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Salvataggio Grecia: Fmi ammette errori

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NEW YORK (WSI) – Un piano necessario, che ha ottenuto “notevoli successi” ma anche “notevoli insuccessi”, anche a causa di “supposizioni troppo ottimistiche”. Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) – diretto dalla francese Cristine Lagarde – ammette errori nel piano di salvataggio della Grecia. E afferma: e’ necessario trovare modalita’ per “ottimizzare il processo della Troika in futuro”, questo anche perche’ il Fondo – si legge in un rapporto dell’istituto di Washington – si e’ trovato nella posizione di dover trattare prima con le autorita’ europee e poi con quelle greche, un iter che e’ stato fonte di “incertezza” alimentata dalle esitazioni europee.

“Il piano ha avuto notevoli successi”, fra i quali il Fmi menziona il “forte risanamento di bilancio raggiunto”, il fatto che Grecia sia rimasta nell’area euro e un rischio contagio “relativamente ben contenuto”. Ma ci sono stati anche – ammette il Fondo – “notevoli insuccessi”, con la fiducia del mercato che non e’ stata riguadagnata, il sistema bancario che ha perso il 30% dei suoi depositi e l’economia che ha sperimentato una recessione peggiore delle attese con un livello eccezionalmente alto di disoccupazione.

Il Fmi aveva previsto un ritorno alla crescita per la Grecia nel 2012, sottovalutando l’impatto delle misure di austerity sull’economia. Il pil greco si e’ contratto invece di oltre il 6% lo scorso anno e quest’anno registrera’ un’ulteriore contrazione del 4,2%. Un ritorno alla crescita e’ atteso per il 2014, quando l’economia dovrebbe crescere dello 0,6%. La ripresa – avverte il Fmi – sara’ “graduale” e i risultati sotto le attese finora ottenuti hanno reso una “ristrutturazione dell’elevato livello di debito inevitabile.

Coinvolgendo i creditori privati nella ristrutturazione del 2012, il debito e’ stato ridotto notevolmente ma alla fine dello scorso anno era ancora al 157%. L’impegno dei partner europei della Grecia ad assicurare, se necessario, un ulteriore aiuto condizionato per far scendere il debito al 124% del pil nel 2020 e sostanzialmente sotto il 110% nel 2022, e’ essenziale per assicurare la sostenibilita”‘.