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Roma e Milano: vertici decapitati dalla giustizia

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Le amministrazioni delle due principali città d’Italia sono state travolte dagli scandali giudiziari. A Milano il sindaco Giuseppe Sala, indagato nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per l’Expo, si è autosospeso, mentre a Roma un fedelissimo della prima cittadina Virginia Raggi, Raffaele Marra, è stato arrestato con l’accusa di corruzione, per fatti risalenti al 2013.

Dopo l’addio di Matteo Renzi da Palazzo Chigi per motivi politici, due casi giudiziari distinti rischiano di portare a un capovolgimento dei vertici anche delle città di Milano e Roma. Nei mesi scorsi la sindaca del MoVimento 5 Stelle aveva dichiarato che se andava via Marra, si sarebbe dimessa anche lei.

La vicenda che riguarda Marra non c’entra con le attività della nuova amministrazione capitolina, ma siccome Marra, ex ufficiale della Guardia di Finanza dai trascorsi politici nell’area di centro destra, è il capo del personale di Raggi, quest’ultima è in qualche modo coinvolta in prima persona.

Marra è stato arrestato stamattina dai carabinieri del comando provinciale di Roma su ordine della procura guidata da Giuseppe Pignatone. Marra è accusato di aver intascato una tangente quando lavorava all’Enasarco. In manette è finito anche Sergio Scarpellini, manager esterno al Campidoglio, che affittava, con contratti assai onerosi, alcuni palazzi alla Camera, al Tar, al Consiglio di Stato e a diverse authority.

L’inchiesta non è legata al M5S o alle attività della giunta comunale di Roma, ma Raggi ora è politicamente sotto pressione. Un reportage di L’Espresso aveva scoperto che Marra e la moglie erano riusciti a comprare a prezzi bassissimi case a privati e enti come la Fondazione Enasarco.

Per quanto riguarda il primo cittadino del capoluogo lombardo, invece, la Pubblica Amministrazione c’entra. Sala, indagato per falso materiale e concorso in falso ideologico, dice di non essere a conoscenza della vicenda per la quale viene accusato. “Non ho idea delle accuse, ma mi autosospendo”, ha detto l’esponente politico del PD. L’inchiesta riguarda la realizzazione della Piastra per la fiera dell’Expo svoltasi nel 2015, l’infrastruttura più care di quelle realizzate nel sito di Rho Pero dalla ditta Mantovani.

La procura puntava sull’archiviazione della vicenda, ma il gip si è opposto. Il sostituto procuratore generale, che si è fatto carico dell’indagine, ha chiesto una proroga di sei mesi per approfondire il caso e verificare l’esistenza di una possibile corruzione e turbativa d’asta.