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Dato choc: Banca Giappone tra maggiori azionisti del 90% dei titoli di Borsa

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NEW YORK (WSI) – È solo l’ultimo esempio di come le banche centrali ormai sono diventate i principali soggetti acquirenti non solo nel mercato obbligazionario sia societario sia governativo, ma anche nella Borsa.

La Banca del Giappone ha inflazionato le valutazioni dell’azionario nazionale comprando il doppio dei fondo comuni azionari – da 3.300 miliardi di yen è passata a 7 mila miliardi o forse più, stando alle stime di Goldman Sachs. L’operazione fa si che la banca centrale nipponica risulti ora tra i primi dieci detentori del 90% dei titoli di Borsa. Si tratta di più di 200 società quotate.

Come riporta Bloomberg “anche se ancora non se ne sono probabilmente resi conto, i manager delle principali società quotate in Borsa lavorano per un azionista molto particolare: la banca centrale nazionale”, la quale sta facendo di tutto per risollevare le sorti dei mercati finanziari e dell’economia, la cui ripresa prosegue a rilento.

L’ingerenza delle autorità di politica monetaria in Giappone (e non solo) ha raggiunto livelli fino a poco tempo fa impensabili. Anche se il nome della Banca del Giappone non si trova nei filing e nelle comunicazioni delle autorità di controllo dei mercati, gli acquisti decisi dalle autorità dell’istituto centrale nel quadro dei suoi piani di Quantitative Easing hanno reso la Bank of Japan uno dei primi dieci azionisti del 90% dei titoli quotati sull’indice Nikkei 225.

Le stime delle quote azionarie detenute dalla Banca del Giappone nei titoli quotati in Borsa

La Banca de Giappone, soprannominata da Bloomberg la “balena di Tokyo“, detiene più titoli blue chip del maggiore money manager al mondo, Blackrock, e di Vanguard (più di 3mila miliardi di dollari in gestione) messi insieme. Il piano di stimoli monetari straordinari attuale prevede l’acquisto di circa 27,2 miliardi di dollari di Etf ogni anno (pari a 3 mila miliardi di yen).

Sebbene le autorità di politica monetaria non comunichino come le operazioni di acquisto di questo tipo vadano a influenzare la distribuzione delle quote azionarie di ogni singola azienda quotata, le stime percentuali possono essere dedotte dai dati a disposizione su banche, gestori di Etf e altre statistiche rese note dall’Investment Trusts Association giapponese.

Contattata da Bloomberg, la Bank of Japan si è rifiutata di commentare la notizia.

Fonte: Bloomberg