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Riforma magistratura, emendamento pro-Silvio?

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ROMA (WSI) – Il Pdl allarga le maglie delle riforme costituzionali. E apre alla possibilità di intervenire anche sulla magistratura. Il ddl del governo escludeva infatti il titolo IV della parte II, che disciplina gli organi giurisdizionali, dalle riforme. Ma il Pdl con un emendamento fa piazza pulita delle limitazioni.

Nell’occhio del ciclone è un emendamento firmato da tutti i membri del Pdl in commissione Giustizia al Senato, che modifica le competenze del Comitato dei 40, l’organo bicamerale che dovrà scrivere le riforme costituzionali. Emendamento peraltro consegnato prima della sentenza del processo Ruby che ha condannato Silvio Berlusconi.

L’emendamento 2.12 del Pdl, prevede che il Comitato dei 40 esamini i progetti di riforma “degli articoli di cui alla parte seconda della Costituzione”. Il ddl del governo dispone invece che il Comitato “esamina i progetti di legge di revisione costituzionale degli articoli di cui ai titoli I, II, III e V della parte seconda della Costituzione”.

Ma la modificaproposta dal Pdl non e’ di poco conto, se si considera che dà al Comitato la possibilita’ di intervenire in via diretta sia sul titolo VI della Carta, che disciplina la Corte costituzionale e il meccanismo della revisione costituzionale, sia, soprattutto, il titolo IV su ‘La magistratura’ e l’ordinamento giurisdizionale.

Accantonato

Un tema molto delicato e al centro di anni di battaglie parlamentari, che si era deciso di escludere dal testo del governo per non creare frizioni nella maggioranza e ‘sminare’ il percorso delle riforme da un possibile grande ostacolo.

L’emendamento del Pdl fa saltare, tra l’altro, il patto di maggioranza siglato nella mozione parlamentare che ha dato il via al ddl del governo. In quel testo, firmato anche dai capigruppo pidiellini Brunetta e Schifani, è scritto esplicitamente che il Comitato interviene sui “titoli I, II, III e V della Costituzione”. Non il IV.

Anna Maria Bernini spiega, senatrici del Pdl e firmataria dell’emendamento afferma che “ben prima della condanna ingiustissima di Berlusconi abbiamo espresso in commissione la convinzione che non si possa modificare l’impatto delle riforme a soli quattro titoli della parte seconda della Costituzione. Perché se si decide che cambiano i poteri del presidente della Repubblica, si deve intervenire su tutti i pesi e contrappesi. E quindi, ad esempio, modificare il potere di nomina dei giudici costituzionali da parte del capo dello Stato. Capisco tutte le interpretazioni, ma il nostro non è un blitz”.

Barricate

“I fatti che riguardano le singole persone non devono incidere sul calendario della commissione Giustizia della Camera”, dice il vicepresidente M5S Alfonso Bonafede che annuncia: “Faremo le barricate perché non sia subordinato a vicende che riguardano singole personalita’”. “Non ci deve essere nessuna accelerazione per i provvedimenti che non riguardano tutti i cittadini”, aggiunge tenendo a precisare che “alla Camera, in Commissione, abbiamo lavorato bene e continueremo a farlo”.

La Russa: tutto più difficile

“Non si può riformare la Costituzione senza ricordare che esiste anche la questione della giustizia. Nel caso concreto, però, chi ha presentato questa proposta sa di aumentare le difficoltà e le tensioni rispetto alla possibilità di raggiungere l’obiettivo nei 18 mesi previsti”, fa notare Ignazio La Russa, fondatore di Fratelli d’Italia, a margine di una conferenza stampa a Montecitorio, a proposito dell’emendamento presentato dal Pdl in commissione Affari costituzionali del Senato. (Rainews)