Economia

Rifiuti da Roma verso l’Austria. Come fare soldi con spazzatura Italia

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NEW YORK (WSI) – Potrebbe essere l’Austria a togliere dai guai la neo sindaca di Roma, Virginia Raggi, sulla questione rifiuti. Rifiuti che il comune della capitale non sa più dove smaltire (e che l’Umbria e altri Comuni laziali non vogliono ricevere).

Sembra infatti che un “treno di spazzatura” in partenza da Roma finirà nel Paese transalpino, prima che si profili un’emergenza sanitaria.

A confermarlo e’ stato un portavoce del ministro dell’agricoltura e dell’ambiente, Andrea Rupprechter, che ha detto al giornale Tiroler Tageszeitung. “Si tratta di 70.000 tonnellate di rifiuti urbani, che stiamo al momento esaminando dal punto di vista tecnico e giuridico”, ha detto il portavoce Magdalena Rauscher-Weber.

Ammontano a circa 200.000 le tonnellate di rifiuti sono già trasportate in Austria dall’estero ogni anno, 160.000 tonnellate delle quali provengono da Italia.

Come ha ricordato qualche giorno fa, Marco di Blas, sul Messaggero Veneto:

“Nel 2014 (è il dato più recente che si può ricavare dal rapporto Ispra 2015) l’Italia ha esportato 321.000 tonnellate (di rifiuti ndr) e non è stato affatto un affare per la bilancia commerciale del nostro Paese, perché a pagare non è chi riceve la “merce”, ma chi la spedisce. L’affare è per i Paesi come l’Austria, che ormai da anni hanno chiuso tutte le loro discariche, bruciando negli inceneritori ciò che resta dopo la raccolta differenziata. Il beneficio è doppio: non soltanto si eliminano i rifiuti senza inquinare ulteriormente l’ambiente con nuove discariche, ma si produce energia elettrica e calore.

L’Austria nel 2014 ha importato 115.000 tonnellate dei nostri rifiuti ed è stata quindi la maggiore profittatrice della nostra incapacità di risolvere i problemi a casa nostra. Il dato rilevato dal rapporto Ispra è provvisorio e nell’edizione 2016 del bollettino risulterà certamente in crescita, perché lo scorso anno anche la Sicilia ha esportato in Austria i suoi rifiuti, come negli anni precedenti avevano già fatto Napoli e altri Comuni della Campania“.