Economia

Reflazione con tassi a zero: chiudete conto corrente

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“In Europa, nonostante l’inflazione stia accelerando, i tassi di interesse non verranno ritoccati verso l’alto nel breve periodo”: questa è la visione di Richard Flax, Chief investment Officer di Moneyfarm, piattaforma di consulenza finanziaria online. A inizio mese l’inflazione di febbraio, rivelano le stime preliminari di Eurostat, ha raggiunto nuovamente il target del 2%, anche se l’indice di fondo ‘core’, che esclude le componenti più volatili del paniere, rimane stabile sotto l’1%. Le pressioni dei ‘falchi’ in seno alla Bce, c’è da aspettarsi, muoveranno nella direzione di una stretta al piano di politica monetaria espansiva in corso.

Tuttavia, scrive Flax, è più probabile che per molto tempo ancora l’impostazione della Bce resterà quella attuale: “Quando il board di una banca centrale è diviso in modo netto su quale politica adottare, qualsiasi sia la ragione, è dimostrato che un cambio di rotta diventa complesso e chi sostiene lo status quo ha gioco più facile nel far valere la sua posizione”, argomenta l’analista “anche per questo la Bce è stata, secondo molti, troppo lenta a reagire al calo della dinamica dei prezzi causato dall’onda lunga della crisi del 2008”.

La prolungata stagione dei tassi ultrabassi, destinata a durare ancora, almeno in Europa, pone una questione di tipo operativo sulla quota di risparmi destinata al conto corrente: “le principali ragioni per cui tenere il denaro in depositi liquidi è la presenza di tassi elevati”, prosegue Flax, “per questo la costruzione di un portafoglio ben diversificato a livello globale è la miglior soluzione per proteggere i propri risparmi da questa congiuntura macroeconomica”.

Se davvero l’inflazione dovesse consolidarsi in un contesto di tassi bassi il costo reale della liquidità parcheggiata sul conto corrente potrebbe rendere conveniente ricalibrare la composizione del portafoglio e volendo anche valutare la chiusura del conto risparmio in banca.