Economia

Prodi: “la mia Ue è morta. Tedeschi su FCA? Da che pulpito”

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La sua Ue è morta, e di veri leader politici, in giro, non se ne vedono. Riguardo alla Germania, che critica FCA, il commento è: “Da che pulpito”. L’ex premier ed ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, si toglie più di un sassolino dalla scarpa nell’intervista rilasciata a Quotidiano.net. E non nasconde la delusione per come il progetto europeo stia arrancando. Non manca ovviamente un riferimento a Donald Trump. Sulla lettera che è arrivata poi all’Italia da Bruxelles e sul sul rischio manovra correttiva, Prodi fa una riflessione:

“È chiaro che la necessaria flessibilità diventa più difficile per un commissario olandese (riferimento all’attuale presidente Jean-Claude Juncker) che è già nel pieno della campagna elettorale. Fare la faccia feroce contro l’Italia rende voti, sa?”.

Alla domanda del giornalista che arriva chiara e diretta: “Ma l’Europa è già morta?”, così il professore risponde:

“Certo, la mia Europa sì. Ma spero che la crisi la svegli. Ora possiamo solo aggiungere: preghiamo… L’augurio è di poter ancora costruire una Europa che possa reggere, anche se non con un ruolo da leadership come speravo, il confronto con i giganti del mondo”. Il punto è che ” a volte i leader nascono”, ma “per ora quelli attuali non si sono dimostrati tali. Speriamo ne arrivino, di fronte a quella che è una sfida capitale”.

Una critica alla Germania sul caso FCA,proprio non riesce a negarsela, dicendosi d’accordo con l’atteggiamento del governo italiano e ricordando, in modo più o meno implicito, lo scandalo delle emissioni che ha travolto il colosso dell’auto tedesco Volkswagen:

“Lo scontro dell’auto è incomprensibile. La Germania ha fatto un’interferenza nel nostro Stato nazionale. E viene da dire: da quale pulpito… In questo concordo con Delrio: piantatela“.

E’ un Prodi, quello intervistato, che si sente quasi tradito dalla “sua” Ue, e che non nasconde di essere particolarmente sorpreso  anche dal Fondo Monetario Internazionale, che ha rivisto recentemente le proprie stime di crescita sull’Italia:

“Nell’ultima parte dell’anno c’era stato un minimo miglioramento, pensavo si potesse mantenere quello 0,9% delle previsioni di crescita precedenti”.

Sulla vittoria di Donald Trump alle elezioni Usa e sulla minaccia del protezionismo, l’ex premier riconosce che il tycoon newyorchese è riuscito a interpretare il malessere di molti americani:

“È un mondo in cui le leadership inseguono i propri elettori. Gli americani sono spaventati, la classe media ha paura sebbene l’economia Usa sia andata piuttosto bene negli ultimi anni. Trump è riuscito a indicare nella concorrenza messicana e cinese la grande causa di questa paura. Al contrario, è chiaro che le esportazioni hanno fatto la Cina forte e vigorosa”. Detto questo, “finora è passato da una contraddizione all’altra ma certamente le sue dichiarazioni sono state anti europee. Certo, non è che mettendo ostacoli all’arrivo dei cittadini europei in Usa si ferma il terrorismo“.