Economia

Privacy: Facebook, Google & Co rischiano maxi multa

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Nuova grana per i big di internet. Un avvocato austriaco attivista per la privacy Max Schrems ha presentato delle denunce contro Google, Facebook, Instagram e WhatsApp per aver costretto gli utenti a dare il loro consenso alla condivisione dei loro dati personali.

Facebook, Google, WhatsApp e Instagram violerebbero “intenzionalmente” le nuove e severe regole sulla privacy in Europa entrate ufficialmente in vigore venerdì, secondo l’avvocato e attivista Max Schrems che ha intentato quattro cause contro le società tech sostenendo che stanno ancora “costringendo gli utenti a condividere i dati personali”, nonostante l’implementazione di nuove politiche apparentemente volte a conformarsi alle nuove normative.

Le nuove regole – in gergo chiamate GDPR – prevedono che le aziende debbano richiedere esplicitamente e chiaramente il consenso degli utenti prima di estrarre i loro dati. Secondo Schrems Google, Facebook, nonché Instagram e WhatsApp stanno ancora utilizzando strategie di “consenso forzato” per estrarre i dati degli utenti quando “la legge richiede che agli utenti sia data una libera scelta a meno che un consenso è strettamente necessario per la fornitura del servizio”. In sostanza chiedono agli utenti di accettare i termini di servizio oppure di abbandonare il servizio e come tale si tratterebbe quindi di un consenso forzato secondo Max Schrems, che ha paragonato la scelta imposta dai social al “processo elettorale della Corea del Nord”.

Così le multe che potrebbero essere comminate ai big tech, dice il sito TechCrunch, ammonterebbero a 8,8 miliardi di dollari.

“Facebook ha persino bloccato gli account di utenti che non hanno dato il loro consenso. Alla fine gli utenti avevano solo la libertà di cancellare l’account o di premere il pulsante ‘accetta’: non è una scelta libera (…) Sanno perfettamente che sarà una violazione, non cercano nemmeno di nasconderla”.”

Così l’avvocato in una dichiarazione al Financial Times.