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Primo fondo sovrano teme crac mercato

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La paura di un tonfo improvviso del mercato azionario perseguita il primo fondo sovrano al mondo, che nei mesi scorsi aveva alleggerito le posizioni in Borsa. In caso di crisi economica e finanziaria, Oslo ha avvertito che potrebbe servirsi in maniera più aggressiva del fondo petrolifero norvegese da mille miliardi di dollari.

I mercati stanno accelerando in questi giorni perché scommettono tuttora sullo scenario economico cosiddetto di Riccioli d’Oro, caratterizzato da una crescita coordinata e da un’inflazione tiepida. La verità, guardando ai numeri grezzi, però, è che l’espansione del Pil nei paesi industrializzati ha toccato il picco a metà 2017 e dalla fine dell’anno scorso ha iniziato una lenta discesa sincronizzata.

Come si vede nel grafico sotto riportato sull’andamento del PIL in Eurozona, Stati Uniti e Giappone, si evince che il tasso di crescita trimestrale ha rallentato il passo nel quarto trimestre del 2017 dopo aver raggiunto l’apice il secondo o il terzo trimestre.

Per dare una misura dell’ampiezza del rally delle Borse, basti pensare che il valore del Dow Jones è quadruplicato durante la fase rialzista attuale, che venerdì scorso ha compiuto nove anni. Per il paniere delle blue chip si tratta del periodo positivo più lungo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, secondo i calcoli di Leuthold Group.

Crisi potrebbe mandare in rovina fondo sovrano norvegese

Dieci anni fa, quando è scoppiata la crisi finanziaria mondiale, il portafoglio del fondo sovrano ha vissuto il suo anno peggiore di sempre. Ciononostante la potenza del fondo petrolifero è aumentata da allora. Gli investimenti in Bond e azionario sono calati del 23% quell’anno, ma il fondo è stato “risparmiato” dai ricavi provenienti dall’industria petrolifera, in un momento in cui i prezzi del greggio sono rimasti alti, e dai tassi di cambio (ossia da un indebolimento della corona norvegese).

Cosa succederà se la storia si dovesse ripetere? Il fondo ha avvertito che un crash di mercato spazzerebbe via il 40% del valore del fondo, in particolare nel caso in cui la corona norvegese dovesse venire percepita come valuta rifugia e il suo appeal dovesse dunque aumentare.

Gli analisti sono preoccupati per l’impatto che una crisi avrebbe sul fondo e sul paese: “Il fondo non è mai stato veramente testato durante una crisi e nemmeno il suo sistema politico”, osserva al Financial Times Espen Henriksen, professore della BI business school di Oslo, nonché ex funzionario dello stesso fondo. “Se ci facciamo trovare impreparati, corriamo il rischio di mandare in rovina il fondo“.

Il problema, sottolinea il quotidiano finanziario della City, è che il governo norvegese, che per legge può usare fino al 3% del fondo ogni anno, è diventato dipendente alle iniezioni di denaro che dal fondo confluiscono nel bilancio statale. cooking fever hack Quest’anno si stima che vengano utilizzati circa 231 miliardi di corone, pari al 2,9% delle capacità totali.