L’ultima volta che il premio Nobel per l’Economia Robert Shiller ha sentito gli investitori nell’azionario parlare con tanto ottimismo sulle prospettive di Borsa era il 2000, e allora non è andata affatto bene per usare un eufemismo per i rialzisti nell’azionario. Il mercato, secondo l’economista autore del libro “Irrational Exuberance,” un saggio sull’economia comportamentale e sulla volatilitĂ che è uscito mentre i mercati collassavano nei primi Anni 200, è estremamente sopravvalutato.
Non è detto che si ripeta un crash dei mercati come avvenuto durante lo scoppio della bolla dot com, ma quando gli operatori di mercato sono così ottimisti come lo sono ora, è importante resistere alle tentazione di accumulare titoli della Borsa Usa, anche se è difficile, a prescindere da quello che sta accadendo intorno.
Shiller ha persino ammesso di essere stato lui per primo tentato dal farlo. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump “continua a parlare di un nuovo spirito in America e pertanto molti sono portati a credere alle sue parole”. Ma un altro modo di vedere la cosa è “pensare che altri investitori credono alla stessa cosa”.
Quello che Shiller vuole dire è di evitare di aumentare l’esposizione all’azionario Usa, prediligendo un investimento in altri mercati. Un fattore che invita alla cautela nei confronti della Borsa americana è ovviamente il rapporto tra prezzo di Borsa e stime degli utili societari dei gruppi quotati sull’indice S&P 500 il tasso P/E è ancora il 30% sotto i massimi toccati prima dello scoppio della bolla di Internet nel 2000, ma va tenuto bene a mente che sono tanto cari quanto lo erano alla vigilia del crollo dei mercati nel 1929.