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Pop Vicenza: flop aumento di capitale, niente quotazione

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MILANO (WSI) –  Come volevasi dimostrare, l’aumento di capitale della banca Popolare di Vicenza si è rivelato un vero e proprio flop. Le sottoscrizioni per l’aumento di capitale si sono fermate infatti a una soglia molto bassa, circa il 7,66%, come è stato reso noto dalla stessa banca, una soglia tanto bassa che lo sbarco dell’istituto a Piazza Affari non ci sarà.

Lo ha deciso Borsa Italiana, bocciando l’operazione di Ipo, che era in cantiere per la banca vicentina. Nella nota si legge:

“Il provvedimento di ammissione delle azioni della banca del 20 aprile 2016 è da considerarsi decaduto”. Stando ai risultati dell’offerta globale, “non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato”.

Il doppio fallimento della missione firmata Popolare di Vicenza si accompagna a una notizia che fa tremare i mercati, alimentando i dubbi sulla tenuta del fondo Atlante.

Il Fondo, nato da un accordo tra il governo Renzi e le banche, per gestire il macigno dei crediti deteriorati e anche le operazioni di aumento di capitale, deterrà a questo punto una quota fino al 99,33% della banca.

E’ quanto era stato comunicato lo scorso 30 aprile al termine dell’offerta globale di sottoscrizione, come si legge:

“Qualora Borsa Italiana non dovesse emettere il provvedimento (di inizio negoziazioni) le adesioni presentate nell`ambito dell’offerta verranno meno e il fondo Atlante sottoscriverà 15.000.000.000 di azioni al prezzo di offerta di 0,1 euro per azione, per un controvalore complessivo di 1,5 miliardi (pari al 100% del controvalore dell’offerta globale). In tal caso il Fondo Atlante deterrebbe una partecipazione nel capitale della banca pari al 99,33%”.

Tornando al flop dell’operazione di aumento di capitale, Pop Vicenza ha reso noto che:

“l’offerta di azioni della Banca Popolare di Vicenza nell’ambito dell’aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro finalizzato alla quotazione in Borsa si è chiusa con la sottoscrizione del 7,66% dei titoli offerti, per un controvalore di circa 115 milioni. La parte dell’aumento non sottoscritto, spiega una nota, verrà rilevata dal fondo Atlante, che investirà nell’aumento 1,385 miliardi di euro”.

Una vera e propria punizione per la banca, dovuta anche al fatto che i vecchi soci, i piccoli risparmiatori, non hanno seguito l’aumento dopo che il titolo è crollato da 40 euro a 0,10 centesimi.

“I titoli sono stati sottoscritti da 6.683 soggetti, di cui 6.673 nell’ambito dell’offerta al pubblico retail e 10 nell’ambito della tranche riservata agli investitori istituzionali. Il 2,21% dell’aumento è stato sottoscritto dagli attuali soci, lo 0,36% dal pubblico indistinto e il 5,1% dai 10 investitori istituzionali“.

Tra gli investitori istituzionali figura anche Mediobanca che ha prenotato un 5% del capitale della Popolare ma la sottoscrizione era subordinata all’effettiva quotazione in Borsa. Dunque, sfuma anche questo.