Società

Polonia, nuova spina nel fianco dell’Ue

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NEW YORK (WSI) – La Polonia e’ il nuovo osservato speciale dell’Unione Europea. Lo scorso fine settimana, in migliaia sono scesi in piazza a Varsavia per manifestare contro il governo guidato da Diritto e Giustizia, per via delle nuove misure di bilancio per il 2017 e la sua intenzione di introdurre nuove restrizioni ai media

Dal suo insediamento, Diritto e Giustizia, al governo dal 2015, e’ stato al centro di aspre polemiche anche a livello internazionale per via di alcune leggi che sfidano i principi di democrazia.  Tra tutte, una proposta di legge che aumenta i poteri dello Stato nel controllo dei media e una riforma della Corte costituzionale, duramente criticata dall’Unione europea.

I deputati di Diritto e Giustizia a novembre 2016 hanno inoltre sostenuto due iniziative, che avrebbero messo in discussione la libertà di assemblea e introdotto il divieto quasi totale di aborto.

Situazione che non e’ sfuggita a Bruxelles che, lo scorso luglio, tramite la Commissione europea ha aperto un’indagine senza precedenti sullo stato di diritto in Polonia – una procedura che viene iniziata quando vi è il timore che un paese in particolare sta andando contro i valori democratici dell’Unione Europea. Allora, la Commissione aveva specificato che si trattava di un’”azione preliminare” ma, dopo diversi incontri con il governo polacco, la Commissione potrebbe essere vicina all’erogazione di sanzioni.

Anche se non vi è alcuna scadenza per la Commissione europea nel proporre tali sanzioni – che potrebbero anche prevedere la rimozione del diritto al voto del paese a livello europeo – il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha deciso di includere la questione all’interno della riunione settimanale di domani.

Domani i commissari potrebbero scegliere di nuovo la ‘via del dialogo’, con nuove pressioni su Varsavia. Oppure potrebbero premere il bottone – per la prima volta nella storia dell’Unione – ‘dell’arma atomica’ dell’articolo sette, che prevede anche la perdita del diritto di voto al Consiglio europeo. La decisione di notificare l’articolo sette è in via teorica possibile, perché sono stati compiuti tutti i passaggi della procedura. Ma è probabile che Bruxelles voglia da un lato inviare un segnale di presenza alla protesta filo-europea, senza tuttavia arrivare ad una vera ‘rottura’ col governo di Beata Szydlo.