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Polexit, Ue potrebbe presto averne abbastanza di Varsavia

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Mentre le trattative per la Brexit sono in corso, un altro Paese, della cui possibilità di uscita non si è molto discusso in questi mesi, potrebbe essere il prossimo a salutare l’Unione Europea: la Polonia. Lo scrive Bloomberg, notando come “le istituzioni Ue non possono più restare a guardare un Paese che è il maggior ricevitore netto degli aiuti europei”, ma che si rifiuta di “pagare ogni sorta di prezzo”. Il governo della Polonia, guidato dal partita nazionalista e populista Pis, ha fatto di parlare di sé in passato per la propria contrarietà ad accettare la ripartizione in quote dei migranti, per il blocco dell’entrata nell’euro e per presunte violazioni al rule of law democratico. Questa settimana il rifiuto della Polonia ad ospitare i migranti musulmani è stato sottoposto alla Corte di giustizia Europea, assieme ai casi analoghi di Ungheria e Repubblica Ceca.
Differentemente dalla Brexit, la Polexit sarebbe eventualmente spinta dall’Ue come il rigetto di un corpo divenuto sempre più estraneo ai suoi valori fondanti.

“A Bruxelles cresce la convinzione che la solidarietà non può essere una strada a senso unico, e che diventa difficile giustificare i trasferimenti netti di 10 miliardi di euro all’anno per un Paese che è sempre più in disaccordo con i valori del blocco”, ha detto a Bloomberg Bruno Dethomas, consulente politico presso GPLUS consultancy e ex ambasciatore dell’Ue in Polonia, “è giunto il momento che l’Ue reagisca, o rischia di perdere la sua anima”.

“L’ostilità verso l’Ue fa parte del DNA del Pis, e se dipendesse dal partito, la Polonia lascerebbe il blocco”, ha poi chiarito Marcin Matczak, professore di legge all’Università di Varsavia, “ma Kaczynski” il presidente del partito di maggioranza, “sa che non può farlo perché i polacchi stanno beneficiando dell’appartenenza all’Ue. Quindi, il partito sviluppa lentamente un atteggiamento negativo nei confronti dell’Ue, pur dichiarando che la Polonia non ha intenzione di andarsene”. Non è da escludere, insomma, che a un certo punto la corda possa spezzarsi.