Economia

Pictet e la Francia dominano il mercato dei fondi verdi

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Più di 32 miliardi di euro sono stati investiti in fondi azionari e obbligazionari ambientali nel 2017 in Europa e la Francia e la Svizzera sono i due paesi più attivi. Si tratta di una cifra enorme, pubblicata nello studio di Novethic intitolato “mercato dei fondi verdi europei 2018”. L’incremento del 49% dell’importo totale è quattro volte superiore al +12% del mercato dei fondi europei in generale.

Il centro di studi francese, specializzato nella transizione energetica, si rallegra del successo della finanza ambientale, uno dei temi più alla moda tra i banchieri e i gestori, nonché uno degli argomenti al centro delle discussioni e delle conferenze nell’ultimo Salone del Risparmio 2018 di Milano.

Le opportunità si presentano per tanti settori, non soltanto quelli tradizionalmente “verdi”. Nel rapporto pubblicato il 18 aprile emerge anche, sul fronte societario, un gruppo che a sorpresa è presente nei fondi di investimento preferiti dagli eco-investitori è Italcementi. I dati dimostrano che per le società diventa importante potenziare le proprie attività e sforzi nel campo delle energia pulita: oggi minoritari, potrebbero in futuro offrire un potenziale verde importante, attirando investimenti.

Il settore degli investimenti ecologici si può dividere in tangibili e laterali, che interessano i settori più variegati. Nel primo gruppo, a fianco di attori protagonisti come SolarWorld, EDF Energies Nouvelles, Biopetrol Industries o Biffa (gestione dei rifiuti), si trovano società meno note al grande pubblico degli investitori come Climate Change Capital, banca che investe in tutti i settori “verdi” o Petrotec, che ricicla gli olii e i grassi usati nel settore energetico. Quanto a Schmack Biogas, viene classificato nel settore delle costruzioni.

Italcementi presente con il suo cemento mangia smog

Per quanto riguarda gli eco-investimenti indiretti, troviamo aziende che potrebbero suscitare un interesse per il fatto che hanno un’esposizione parziale delle loro attività nell’ecologia. Un caso eclatante è quello di Italcementi: il gruppo che prospera nel settore del cemento ha ora un profilo più verde, grazie alla scoperta di cemento autopulente non inquinante, che “mangia lo smog”.

Un altro gruppo che rientra in questa categoria, Umicore che opera nel settore chimico con lo slogan “materiali per una vita migliore” e che è attivo nelle operazioni di riciclo di metalli preziosi e dello zinco, dove è diventato il numero uno al mondo. Il gruppo industriale Andritz offre un altro esempio del genere. avendo effettuato una virata nel campo della idrogenerazione e riciclo del legno.

Persino un gruppo petrolifero come Neste Oil può far parte oggi degli investimenti ecologici. Le attività energetiche tradizionali sono state affiancate dalla produzione di biodiesel di seconda generazione, possibile grazie a una tecnologia originale di cui è proprietaria l’azienda.

L’appartenenza o meno alla famiglia della ecosostenibilità varia a seconda delle attività di una società e del punto di vista dell’investitore o del gestore: in molti casi l’aspetto ecologico può essere ingannevole, o per lo meno poco chiaro. Syngenta, per esempio, da un lato lavora nel campo dei sementi di mais per la produzione di bioetanolo, ma dall’altro è uno dei leader nel settore degli OGM (Organismi geneticamente modificati).

Il numero di fondi verdi è passato da 164 a 176 in un anno, ma a saltare all’occhio è l’ammontare di soldi investiti: gli investimenti sono cresciuti di più di 10 miliardi di euro attestandosi a 32,2 miliardi in totale in Europa (+49%)L’anno scorso Pictet era in testa alla speciale classifica, con tre fondi verdi che gestiscono quasi 6 miliardi di euro di asset.

Dominique Blanc, direttore della ricerca di Novethic, dice a Le Temps che se la banca privata di Ginevra è in testa al settore è grazie al fondo Pictet-Water: creato nel 2000 è specializzato come dice il nome nell’acqua. “Dopo quasi vent’anni il fondo resiste a tutte le correnti borsistiche, ed è questo uno dei motivi del suo successo”.

A livello geografico, la Francia supera la Svizzera e l’Italia, essendo il pase con il numero maggipre di fondi verdi, soprattutto grazie all’apporto di BNP Paribas e dei suoi due fondi Aqua e Parvest Aqua, che hanno ormai raggiunto una dimensione tale da poter essere proposti nei portafogli di investimento bancario tradizionali. La metà degli investitori in questi fondi appartengono al settore retail.

Ma da cosa sono formati i fondi verdi di solito? Per la maggior parte si tratta di titoli azionari di gruppi attivi soprattutto nell’idroelettrico, nell’eolico, nel trattamento dei rifiuti e in altre tecnologie di energia pulita. Sono presenti inoltre quelle aziende che dimostrano di seguire pratiche etiche e sostenibili, per ridurre l’impatto ambientale.

Con più di 11 miliardi di euro di investimenti in Europa nel 2017, l’acqua è il settore che attira il maggiore interesse tra gli investitori “ambientali”. I numeri si basano su una ricerca di Novethic ha analizzato i contenuti di ogni fondo, distinguendo tra marketing verde e veri prodotti ambientali. È per questo che dei 220 fondi esaminati, solo 176 sono stati considerati come realmente “verdi”.