Società

PIAZZA AFFARI IN CHIUSURA NON REGGE LA BOTTA USA

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Piazza Affari chiude una giornata di passione, che ha visto l’indice Mibtel precipitare e finire a quota 29.884 con un ribasso del 2,42%, “Siamo vicini al supporto di 26.000 che sarebbe bene non sfondare”, avverte un analista. Il Mib30 lascia il 2,21%. Il Midex il 3,99%. Il Nuovo Mercato il 6,28%.

Il listino è spalmato di rosso, colore che accompagna una quotazione negativa. I pochi titoli con il segno più riguardano alcuni bancari, qualche assicurativo, una sparuta squadra del Nuovo Mercato, nessun titolo a media capitalizzazione.

“Qualcuno certamente compra ancora – dice a WallStreetItalia Guido Cantoni, sales trader di Giubergia Warburg – ma i volumi sono bassi e soprattutto serpeggia la paura di fronte a un mercato del quale non si vede il fondo”.

In questa situazione valgono i difensivi.

Nel comparto energetico si è distinta Eni che, sebbene abbia chiuso in perdita (-0,46% a 6,75 euro), ha opposto una difesa eroica alla botta proveniente dall’America, dove i principali indici stanno precipitando senza rete.

Nel comparto assicurativo bene Ras, in crescita dell’1,27%, ma il resto del settore ha chiuso molto contrastato.

Nel comparto bancario si è vista la maggiore attività, sulla scia dell’acquisizione di Banca di Legnano da parte di Popolare Milano. Quest’ultimo titolo però è stato bocciato dal mercato (-24,37% a 5,29 euro) che ha giudicato l’operazione eccessivamente onerosa.

Sempre nel comparto bancario si è distinta Banca Profilo, in crescita del 20,69% a 5,11 euro. “Siamo perplessi – ammette Cantoni – noi stessi non sappiamo cosa c’è dietro a questo rialzo”.

Nel comparto telefonico non si vede altro che segni meno: Telecom Italia lascia il 5,26%. Tim perde il 4,37%, Olivetti il 3,20%.

Nel comparto del Nuovo Mercato il peggior titolo è stato Finmatica (-13,46% a 36,4 euro). In denaro uno sparuto drappello: Datamat (+1,46% a 11,9 euro), Dada (+1,49% a 27,9 euro), Mondo TV (+0,59% a 94 euro) e Tiscali, che si è apprezzata dell’1,57% a 18,67 euro. “Ma non dimentichiamoci – osserva Cantoni – di quanto il titolo è sceso in precedenza”.