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Petrolio rimbalza dopo scorte Usa, Iran: “prezzi stabili in futuro”

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Rimbalza il petrolio, con il contratto Wti in rialzo dell’1,53% a quota 48,45 dollari al barile. Le scorte di greggio sono calate di 531 mila unitĂ  la settimana scorsa negli Stati Uniti secondo i dati dell’API, controbilanciato gli ennesimi numeri preoccupanti pubblicati sul frangente dell’offerta dei paesi dell’Opec, il cartello dei maggiori produttori della materia prima. Il ministro iraniano del Petrolio dice di aspettarsi un andamento stabile dei prezzi “nei prossimi anni”, ma per il momento l’andamento sui mercati è tutt’altro che stabile.

Anche per via delle preoccupazioni sul fronte dell’offerta. Malgrado l’accordo stretto dai membri dell’Opec per un taglio dell’output, la produzione di petrolio in Arabia Saudita è cresciuta sopra i 10 milioni di barili al giorno, anche se il Regno del Golfo sostiene che l’aumento sia dovuto a fini di scorte domestiche e che i barili non sono destinati al mercato internazionale. Le autoritĂ  saudite sono determinate a stabilizzare il mercato del petrolio, ma intanto i prezzi sono crollati in un mese di tempo.

I future sul Wti americano sono scesi in area $48 al barile dai 55 dollari circa di metĂ  febbraio. I prezzi sono comunque in una fase di recupero seppure timida. Portando indietro le lancette ancora piĂą indietro, si scopre che a febbraio del 2015 i prezzi avevano toccato i minimi record, sfiorando il livello 25 dollari al barile.

Guardando alla ‘broader picture‘, si scopre che nell’ultima anno, tuttavia, il future sul Brent è in rialzo di oltre il 30% sui mercati finanziari. Nel grafico qui sotto mostrato da Bloomberg Tv si può vedere bene come in un contesto di timori per un’offerta in eccesso rispetto alla domanda di oro nero, l’andamento delle quotazioni del petrolio sui mercati sia stato influenzato dai dati sulla produzione dei paesi dell’Opec.

Petrolio, Aie taglia stime domanda nel 2017

Nel suo ultimo report l’AIE, l’agenzia internazionale dell’Energia, ha invitato alla cautela sul petrolio, avvertendo del fatto che il mercato deve ancora fare i conti con un’offerta in eccesso, ma che gli accordi presi dall’Opec per tagliare la produzione sono stati rispettati nel 98% dei casi nei primi due mesi di vita dell’accordo.

L’Aie, nell’avvertire che la volatilitĂ  è destinata a continuare e che la domanda a scendere nel 2017, stima che il tasso scenderĂ  al 90% in febbraio, senza però compromettere l’intesa di Vienna. I produttori di petrolio dovranno vedersela con una domanda in calo dagli 1,6 milioni di barili al giorno dell’anno scorso agli 1,4 milioni di quest’anno.

Petrolio: Iran e sauditi puntano a una stabilizzazione del mercato
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