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PETROLIO: IN CALO SOLO DOPO AVER TOCCATO I $100

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Il prezzo del petrolio continuerà a salire, fino a raggiungere quota 100 dollari al barile. Solo dopo aver superato tale livello, “inizierà a ripiegare” verso valori più normali. E’ quanto sottolinea Davide Tabarelli, esperto energetico di Nomisma Energia, spiegando che ormai il prezzo “non è determinato dai fondamentali del mercato petrolifero, ovvero domanda, scorte e offerta mondiale, ma da aspetti finanziari” che ormai dominano le piazze petrolifere così come tutte le altre borse merci.


In particolare, spiega ancora, gioca anche la riduzione dei tassi della Fed decisa ieri sera che “deprime il dollaro” nei confronti dell’euro e di conseguenza crea aspettative per un costo del barile, “le cui quotazioni sono espresse nella moneta americana, in potenziale rialzo”. E, ancora, l’intervento sul costo del denaro americano “crea ulteriore liquidità fra gli investitori finanziari che trovano conveniente lo strumento dei futures sulle commodities, petrolio, grano e metalli in prima linea”.

I fondi di investimento trovano così vantaggioso “alimentare la spinta al rialzo su cui hanno scommesso da diversi mesi”. Non è un caso – aggiunge – che le quotazioni si stanno portando su quella soglia dei 100 dollari ipotizzata qualche tempo fa da importanti banche d’affari presenti con posizioni a lungo termine proprio sui contratti petroliferi. “Quello che sta accadendo sui mercati petroliferi è un ottimo caso scolastico di profezie che si auto-avverano”, conclude Tabarelli. Tuttavia – precisa – “gli investitori trovano ottimi motivi per la crescita del petrolio anche in una domanda mondiale che è in continua crescita, trainata non solo dalle economie emergenti, Cina e India in prima fila, ma anche dai mercati tradizionali quali gli Usa”.

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