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Petrolio: è l’ora di comprare. Analisti alzano le stime

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Nonostante il nulla di fatto al termine del meeting di Doha (Qatar) fra i principali Paesi esportatori di petrolio, il sondaggio Reuters di 29 analisti sui trend del prezzo dell’oro nero ha mostrato aspettative in rialzo: la previsione media sui Brent crude future sale a 42,3 dollari per il 2016 dalla precedente previsione di 40,9 dollari di marzo. Nel caso del future sullo US Crude la stima sale di 80 centesimi rispetto a marzo, a 40,5 dollari

E’ il segno che il tetto alla produzione mancato nello scorso meeting fra Paesi Opec e non-Opec non avrà, secondo gli analisti, una ricaduta negativa sul riavvicinamento dell’equilibrio di domanda e offerta di petrolio.

“Lo status quo è già tale per cui virtualmente tutti i produttori, ad eccezione dell’Iran, hanno poco o nessuno spazio per per aumentare la produzione rispetto ai livelli attuali”, dichiara a Reuters Raymond James, analista presso Luana Siegfried.

Il prezzo medio del barile Brent è stato intorno ai 40 dollari dall’inizio dell’anno, in particolare è il mese di aprile a mostrare il rialzo più consistente, nell’ordine del 20%: è l’avanzata mensile più pronunciata per il greggio da un anno a questa parte. In particolare i prezzi hanno proseguito la loro risalita anche dopo il 17 aprile, in seguito al meeting di Doha.
L’entrata nel mercato globale del petrolio da parte dell’Iran, in seguito alla rimozione delle sanzioni occidentali, non vedrà aumentare di molto l’output del Paese, ma allontanerà i ribilanciamento del mercato per l’anno in corso, secondo un precedente sondaggio degli analisti Reuters.
Migliora, tuttavia, anche il lato della domanda che, secondo alcuni analisti, potrebbe crescere di 1-1,5 milioni di barili al giorno entro il prossimo anno, fatto che, assieme alla riduzione dell’offerta proveniente dal settore shale americano contribuirà al ritorno all’equilibrio entro il 2017.

Fonte: Reuters