Società

Perugina, l’incontro tra Nestlé e Rsu: in ballo 364 posti

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Ben 364 su 850, pari a quasi il 43% del totale: questi i posti che la multinazionale Nestlé ha intenzione di tagliare presso lo stabilimento Perugina di San Sisto.

I sindacati non ci stanno e non credono alla ricollocazione degli esuberi perché, dicono, “in Umbria non ci sono proprio 364 posti di lavoro”. Di contro, Nestlé, ribatte dicendo che “a regime lo stabilimento Perugina darà lavoro a oltre 600 persone confermandosi fra i maggiori player del mercato del cioccolato in Italia”.

Domani venerdì 13 ottobre andrà in scena il confronto tra la multinazionale e le Rsu, con queste ultime che in data 7 ottobre avevano messo subito le mani avanti ed in chiaro le cose: “ Se Nestlé viene all’incontro in Confindustria Umbria per parlare ancora di esuberi in Perugina, lo dica subito così neanche ci presentiamo”.

Sempre il 7 ottobre, al fianco delle Rsu, erano scesi in piazza a Perugia i lavoratori, i rappresentanti delle istituzioni locali, i cittadini, una delegazione di aziende Umbre (Ast, Colussi, Merloni e Novelli) ed alcuni parlamentari; tra i presenti anche don Claudio Regni, parroco di San Sisto e da 24 anni prete della fabbrica del cioccolato, per altro già presente nei giorni scorsi davanti ai cancelli dell’azienda, che ha voluto ribadire che “La Chiesa sta sempre con i più deboli e chi deve portare a casa un pezzo di pane è debole”.

A chiudere il cerchio l’ex leader Fiom Maurizio Landini, secondo cui “la vertenza Perugina non è locale ma parla al Paese: per questo i lavoratori hanno il sostegno di tutta la Cgil nazionale”.

Rincara poi la dose la presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, dicendo che “ l’azienda non si può sottrarre a un impegno con questa città, con questo territorio e con la sua fabbrica che è fatta anche di lavoro” e trovando sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Romizi, sindaco di Perugia, il quale chiede a Nestlé di “non rimanere indifferente a questa piazza ed alla mobilitazione che si è attivata”.

Gli interessati, nei giorni scorsi, sono riusciti a coinvolgere anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, facendogli arrivare tramite il prefetto il loro grido di paura approfittando della visita del Capo dello Stato ad Assisi per i 20 anni dal sisma del 1997, dove gli hanno regalato una confezione di Baci contente la richiesta d’aiuto anziché il classico messaggio con la frase d’amore.

Stando alle parole del rappresentante della Rsu, Luca Turcheria, “il contratto di solidarietà del 2014 nel quale si annunciavano 180 esuberi temporanei, doveva sfociare in un piano di investimenti nel 2016, da noi preteso, per riassorbirli, per fare di Perugia la capitale del cioccolato e fabbrica di riferimento in Europa. Sapevamo che quegli esuberi si sarebbero altrimenti trasformati in altri esuberi e poi in licenziamenti. Quel piano, finalizzato a evitare impatti sociali e al riassorbimento degli esuberi, ora però si è trasformato in altro, solo perché è cambiato l’amministratore delegato della Nestlé (Ulf Mark Schneider ha preso il posto di Paul Bulke da gennaio di quest’anno)”.

A sua volta Nestlé replica però attraverso la seguente nota: “Il piano per lo sviluppo sostenibile di Perugina affronta responsabilmente e per tempo la situazione preesistente degli esuberi, per i quali, dal 2014, è stata attivata la Cigs, non rinnovabile da giugno 2018. Il piano, di cui i sindacati sono a conoscenza, avendolo firmato presso il ministero del Lavoro, contiene il preciso impegno a ricollocare almeno il 70% degli esuberi presso aziende terze o presso altre unità del Gruppo Nestlé in Italia”.

Si attendono gli esiti dell’incontro di venerdì 13 ottobre per avere ulteriori riscontri sulla vicenda.