Economia

Affondo Padoan: “missione del nuovo governo è punire l’economia”

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“La missione del nuovo governo è punire l’economia”. Non usa mezzi termini l’ex ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che in un’intervista a la Repubblica va all’attacco del governo Lega – M5Stelle, partendo dal Decreto dignità:

“È un provvedimento che contiene una serie di misure l’una accanto all’altra di cui ci si chiede la logica. L’unica risposta che si può avanzare è che il provvedimento ha un carattere punitivo per l’economia: la logica è quella della proibizione, si proibisce l’estensione dei contratti a termine, si aumentano i costi chiedendo una argomentazione causale per il rinnovo, impedendo così il fluido funzionamento del mercato. Si multano le imprese per la delocalizzazione, invece di creare incentivi per la localizzazione”.

Secondo Padoan, il vero l’obiettivo è lo smantellamento dello status precedente.

“Dall’Ilva all’attacco al Jobs Act, alla minaccia di rinviare la riforma delle Banche di credito cooperativo che favoriva sviluppo e capitalizzazione pur mantenendo i legami con il territorio”, specifica Padoan, affermando che “L’aumento dell’incertezza che ha come conseguenza immediata la sospensione delle decisioni di investimento proprio nel momento in cui l’economia stava riprendendo a crescere”.

Le cose non vanno meglio allargando lo sguardo all’Europa. Secondo Padoan,

 “siamo più deboli sul piano negoziale. Era stata avviata con Bruxelles una linea di utilizzazione flessibile di margini di bilancio, ma in un contesto di riduzione del debito e in cambio di riforme strutturali che erano state avviate nella passata legislatura. Invece qui si fanno le controriforme strutturali. È certo che se ci fossero significativi cambiamenti di bilancio indebolirebbero la nostra posizione negoziale ma al tempo stesso il paese e la sua economia”.

Guardando avanti, il parlamentare PD afferma che, in una fase in cui lo spread è aumentato di 100 punti base,

“il vero appuntamento sarà a settembre, quando si vedranno la nota di aggiornamento al Def e successivamente la legge di Bilancio”.