di Charlie Anniss (UBP) European Small and Mid-Cap Portfolio Manager di Union Bancaire Privée (UBP)

Small e mid cap europee: valutazioni più basse, prospettive interessanti

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I timori di un peggioramento delle tensioni commerciali globali hanno seriamente depresso il sentiment degli investitori in Europa. Sebbene non ci sia stato uno shock economico o un ulteriore deterioramento degli indicatori macroeconomici (gli indici PMI e IFO si sono stabilizzati e stanno segnalando una continuazione della crescita economica) da settembre gli investitori sono passati dai titoli growth a quelli a value e difensivi, a causa delle preoccupazioni circa l’impatto dell’aumento dei tassi di interesse a livello globale.

Questa rotazione settoriale ha permesso alle large cap di recuperare il terreno perduto rispetto alle small e mid-cap europee, che avevano superato le blue chip tra l’inizio del 2018 e la fine di agosto. Di conseguenza, alla fine di settembre, l’indice MSCI Europe ha registrato un guadagno dello 0,84% da inizio anno, simile all’aumento dello 0,75% dell’indice MSCI Europe Small Cap. La forte rotazione e i cali di mercato sono proseguiti in ottobre, con l’indice MSCI Europe Small Cap in calo del 10,64% a fronte di un calo del 7,73% per l’indice MSCI Europe (al 26 ottobre 2018).

L’avversione al rischio degli investitori rimane molto elevata sui mercati europei – ciò comporta un atteggiamento “risk-off” piuttosto che “risk on” – e le preoccupazioni per le difficili trattative sul Brexit e lo stallo tra Roma e la Commissione Europea riguardo alla legge di bilancio italiana fanno sì che il clima di incertezza continuerà nelle prossime settimane e mesi.

Riteniamo tuttavia che la perdita di fiducia degli investitori sia probabilmente eccessiva in un’ottica di breve termine. Data la natura indiscriminata del recente sell-off, è ragionevole pensare che il mercato offra interessanti opportunità di acquisto, a condizione che i vari indicatori del sentiment economico non mostrino un ulteriore calo di fiducia in Europa.

I titoli a piccola e media capitalizzazione sono più esposti all’economia europea, e questo maggiore carattere domestico offre un certo isolamento dalle preoccupazioni circa l’impatto dei dazi e della guerra commerciale. I loro fondamentali sottostanti rimangono interessanti e si prevede che gli utili cresceranno di oltre il 10% nei prossimi 12 mesi.

Sono inoltre meno costosi rispetto all’inizio dell’anno – il rapporto P/E medio delle small e mid cap europee è ora inferiore a 14 contro 17 all’inizio del 2018 – e quindi offrono reali opportunità di investimento. A condizione che le azioni siano selezionate con attenzione, utilizzando un metodo “bottom-up“, vediamo attualmente una serie di opportunità in Francia, Irlanda e Spagna. Manteniamo inoltre la nostra attenzione su aziende posizionate in mercati di nicchia, con un buon pricing power, una prospettiva internazionale e bilanci solidi.