di Olivier Marion (UBP) Senior Investment Specialist, Alternatives di Union Bancaire Privée – UBP

Politiche monetarie sempre più restrittive, alternative contro aumento tassi e volatilità

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La fine del 2016 ha rappresentato un periodo di transizione per i mercati globali e sembra che al momento questi siano caratterizzati da un nuovo paradigma, specialmente negli Stati Uniti. Questo cambio di regime consiste nel passaggio da un contesto di crescita lenta, dominato da bassa inflazione e da politiche monetarie accomodanti, a uno in cui la crescita dei tassi dovrebbe essere sempre più alimentata da alleggerimenti fiscali, da una politica monetaria più restrittiva e da una transizione da aspettative deflazionistiche a inflazionistiche.

Al di fuori degli Stati Uniti, la Banca Centrale Europea dovrebbe iniziare a breve il tapering del suo programma di Quantitative Easing (QE), mentre la Bank of Japan ha già introdotto dei limiti al QE optando per una politica volta al controllo della curva dei rendimenti.

Mentre storicamente il rapporto calo tassi d’interesse/aumento prezzi dei bond ha offerto ai portafogli un “cuscinetto” contro la volatilità azionaria, guardando avanti sono previsti aumenti dei tassi e volatilità, di conseguenza tale “cuscinetto” o effetto diversificazione potrebbe essere, nel migliore dei casi, meno marcato oppure addirittura non disponibile nei mesi e negli anni a venire.

Se ciò dovesse verificarsi, automaticamente la volatilità dei portafogli aumenterebbe necessariamente, esponendo gli investitori a livelli più elevati di rischio senza però una prospettiva di rendimento che possa compensarli. Qualora i rendimenti obbligazionari dovessero continuare a salire come hanno fatto negli ultimi mesi, l’impatto dannoso di questo nuovo contesto sui portafogli potrebbe essere più evidente.

Alla luce di tali sviluppi, gran parte degli investitori ha già iniziato a esplorare le opzioni disponibili per trasformare la propria esposizione tradizionale all’obbligazionario, al fine di essere meglio posizionati per rispondere a questo nuovo cambio di regime. Le strategie liquid alternative rientrano decisamente all’interno di queste opzioni.

Traendo vantaggio dalla loro flessibilità in termini d’investimento o sfruttando semplicemente al meglio mercati o settori di nicchia, tali strumenti di diversificazione hanno la possibilità di trovare driver di rendimento decorrelati in specifici mercati poco affollati. Avendo come target un budget di rischio contenuto e mostrando un profilo di liquidità soddisfacente, tali strategie riducono il rischio all’interno di un portafoglio globale, abbassando la volatilità, i ribassi e la correlazione con gli asset tradizionali.