di Hans-Jorg Naumer (Allianz GI) Global head of Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors

Per avere rendimenti è ancora necessario rischiare

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Azionario Usa ancora favorito sull’eurozona per l’outlook di Allianz GI. Lo scenario di mercato, che ha visto il ritorno della volatilità, favorisce l’investimento attivo alla ricerca di alpha

“È tutta una questione di alpha”

secondo Hans-Jorg Naumer, global head of Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors. Il riferimento è naturalmente agli investimenti e alla ricerca di extra-rendimento rispetto al mercato nel suo complesso, “alpha”, appunto. Per ottenerlo la ricetta è sempre la stessa

“assumere rischi”.

Il contesto volatile dei mercati è peraltro favorevole alla “caccia all’alpha”. Una volatilità che secondo il manager è determinata da quattro fattori principali: la geopolitica, la politica monetaria, la congiuntura e l’inflazione.

Geopolitica

“La situazione  resta tesa a causa di una possibile guerra commerciale e dell’incertezza nell’eurozona – spiega Naumer nell’outlook di Allianz GI –. Basti pensare al dibattito in atto nella coalizione di governo tedesca o alle ingenti spese previste dal nuovo esecutivo italiano”.

Politica monetaria

Su questo fronte Naumer ritiene la normalizzazione della politica monetaria, che vede attualmente al Federal Reserve impegnata nel rialzo dei tassi di interesse e la Bce in procinto di chiudere il quantitative easing, un elemento positivo.

“Occorrerà comunque fare ancora i conti con la volatilità” aggiunge.

Congiuntura

“Gli indicatori congiunturali segnalano una crescita su livelli prossimi al potenziale, ma da mesi è in atto un rallentamento in tutte le aree geografiche e in particolare nell’eurozona”

sottolinea il reponsabile della ricerca di Allianz GI.

Inflazione

Il rialzo dei prezzi al consumo è una condizione che sfavorisce sia i consumatori, riducendone il potere di acquisto, sia gli investitori, abbassando i rendimenti reali.

“Si prevede un ulteriore graduale aumento dell’inflazione core in seguito alla riduzione degli output gap”.

Lo scenario per le azioni

Nella situazione attuale rimangono ancora favorite le azioni statunitensi rispetto a quelle dell’eurozona.

“Nel complesso la congiuntura Usa appare robusta – si legge nell’outlook – in particolare per quanto riguarda il mercato del lavoro. Tale situazione dovrebbe sostenere l’azionario statunitense. Nonostante la posizione di partenza dell’Eurozona sia promettente, la politica fiscale americana, il ciclo della tecnologia e il fatto che inaspettatamente gli aumenti salariali si traducano in pressioni sui margini aziendali più lentamente del previsto conferiscono ancora un vantaggio alle azioni Usa”.

A livello settoriale sono i difensivi a poter

“beneficiare di un sostegno sempre maggiore, a fronte di una perdita di slancio degli indicatori economici congiunturali che renderà più deboli i settori più legati al ciclo economico. In ogni caso un portafoglio può continuare a detenere anche titoli che beneficiano della reflazione, per esempio settore bancario o materie prime”.

Lo scenario per le obbligazioni

Lo scenario rimane grigio per il mercato obbligazionario con le obbligazioni della periferia dell’eurozona che

“risentono dei crescenti rischi politici (Italia), delle valutazioni ambiziose e della prossimo conclusione del quantitative easing della Bce”.

Anche negli Usa

“l’appiattimento della curva dei rendimenti dovrebbe proseguire invariato. Il ciclo di inasprimento dei tassi di interesse non sembra sufficientemente scontato dal mercato monetario Usa. Non si escludono quindi sorprese negative”.

Sulle obbligazioni emergenti

“alcuni fattori strutturali negativi, tra cui l’elevato indebitamento e il minore potenziale di crescita in molti Paesi hanno causato un peggioramento delle prospettive di lungo periodo dei governativi. Inoltre l’asset class risente di una politica monetaria Usa meno espansiva nel medio periodo”.

Per ciò che concerne le obbligazioni societarie

“i nostri modelli di valutazione basati sui fondamentali e sul mercato suggeriscono che gli attuali spread delle obbligazioni societarie high yield e investment grade in euro, in ottica ciclica, risultano giustificati”

mentre

“i premi per il rischio (spread) delle obbligazioni high yield Usa appaiono supportati dai dati su fondamentali e mercati finanziari. I titoli corporate di migliore qualità (investment grade) sembrano per contro moderatamente sopravvalutati”.