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Alert di Greenspan: “bolla nel mercato dei Bond”

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L’ex numero uno della Federal Reserve Alan Greenspan è convinto che la fase rialzista decennale del mercato obbligazionario sia giunta al capolinea. “Siamo nel mezzo di una bolla dei Bond” che sta iniziando a formarsi: così ha dichiarato l’economista intervenendo alla trasmissione Squawk on the Street della CNBC.

Greenspan è intervenuto in diretta dopo la seconda audizione al Congresso del nuovo presidente della Fed, Jerome Powell. “I prezzi dei Bond sono troppo elevati”, si è lamentato Greenspan. I prezzi si muovono in maniera inversamente proporzionale rispetto ai rendimenti, che nel 2018 sono saliti sui massimi di quattro anni, in prossimità della soglia di pericolo del 3%.

Greenspan non è il solo a gridare l’allarme sui Bond. Diversi guru del mercato dei Bond come Bill Gross di Janus Henderson e Paul Tudor Jones, gestore di fondi hedge, hanno avvertito che sta iniziando una fase ribassista dell’obbligazionario. Tudor Jones prevede un incremento dell’inflazione notevole e un balzo del rendimento decennale dei Treasuries Usa. Anche Warren Buffett è convinto che gli investitori con un orizzonte a lungo termine dovrebbero comprare titoli azionari piuttosto che Bond.

“Con il rialzo dei tassi di interesse a lungo termine, i prezzi di Borsa tendono a scendere”, ha osservato sempre Greenspan said, precisando che però non è questa la causa delle turbolenze di mercato di febbraio. “Nelle ultime settimane i mercati stanno in gran parte rispondendo alle misure di taglio alle tasse“. Ogni crescita alimentata da un abbattimento del carico fiscale ha il potenziale di aumentare l’inflazione, che Wall Street teme che possa spingere la Fed a imporre più strette monetarie del previsto.

Una politica monetaria aggressiva dopo anni di droghe ultra accomodanti potrebbe portare instabilità sui mercati. Per impedire un surriscaldamento dell’inflazione, specie se anche i salari dovessero riprendere a crescere con forza, la banca centrale americana si vedrebbe probabilmente costretta a varare quattro rialzi dei tassi guida quest’anno. Gli operatori di mercato e gli economisti ne sapranno qualcosa di più con la pubblicazione del rapporto occupazionale governativo alle 14.30 italiane.

Greenspan dice di essere ottimista sulle prospettive economiche per via della nuova maxi riforma fiscale voluta dai Repubblicani e cita in particolare l’abbassamento della corporate tax dal 35% al 21%. Ma sul lungo termine l’economista è più pessimista a causa della “graduale invasione di spese sociali” e l’impatto che questa avrà sul Pil“. Greenspan consiglia di concentrarsi più sul valore del Pil se a questo vengono sottratte le spese federali complessive. Le spese di deficit contribuiscono infatti a gonfiare “artificialmente” il Pil.

I toni da falco di Jerome Powell, che martedì scorso al Congresso nella sua prima audizione da presidente della Federal Reserve aveva espresso ottimismo sulla traiettoria dell’inflazione salariale, hanno messo sotto pressione i listini azionari, che hanno chiuso il mese di febbraio in calo e anche nelle ultime due giornate perdono terreno.

Prima che i Bond e le Borse iniziassero improvvisamente a cedere quota a inizio febbraio, dopo anni di crescita costante in un contesto generale di compiacenza, Greenspan aveva dichiarato in un’intervista a Bloomberg (era il 31 gennaio) che entrambi i mercati erano in una fase di bolla. “La bolla del mercato obbligazionario sarà alla fine la questione più critica“.

Due anni dopo che Greenspan ha lasciato il suo incarico di presidente della Federal Reserve, incarico che ha ricoperto per quasi 20 anni, è scoppiata la grave crisi finanziaria, una delle peggiori della storia. Lo scrittore autore di una nuova biografia su Greenspan osserva che “dopo la crisi il banchiere è passato in poco tempo da eroe a perdente“. Sono le parole usate da Sebastian Mallaby, che ha firmato il libro The Man Who Knew.