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Nuova tegola su Tesla, Musk nel mirino della Sec per frode

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Nuova pesante batosta per Tesla. Il ceo Elon Musk è finito nel mirino della Sec, l’autorità della Borsa Usa, per frode.  E’ quanto emerge da documenti depositati in un tribunale di Manhattan, New York City. La notizia ha fatto scattare le vendite sul titolo, che nell’After Hours di Wall Street ha perso fino all’11%.

Tutto ruota attorno ai messaggi scritti su Twitter da Elon Musk il 7 agosto scorso, nei quali annunciò un delisting dell’azienda a 420 dollari per azione, assicurando allo stesso che i fondi per l’operazione erano disponibili.

Secondo l’autorità, le dichiarazioni dell’ad erano “false e ingannevoli”. Inoltre, semprese secondo la Sec il riferimento a  ‘420’ riportato nel messaggio più che essere legato al valore di Tesla è riferito alla “cultura della marijuana”, nella quale 420 è il nome in codice per riferirsi al fumare marijuana.

La Securities and Exchange Commission – che aveva acceso un faro su quei tweet controversi subito dopo – crede che Musk abbia fatto dichiarazioni false e fuorvianti, per altro costate care ai ribassisti tanto odiati dal Ceo. Dopo quei tweet il titolo schizzò al rialzo sfiorando i 380 dollari e facendo perdere miliardi di dollari a chi aveva scommesso contro un calo del titolo Tesla.

 “Sono profondamente rattristato e deluso da un’azione non giustificata – ha detto Musk – ho sempre agito nel miglior interesse della verità, della trasparenza e degli investitori. L’integrità è il più importante valore nella mia vita e i fatti lo dimostreranno”.

L’equivalente americano della Consob italiana punta a impedire a Musk di essere un top e membro del CdA di una qualsiasi azienda quotata.