Petrolio sotto pressione sui mercati, offerta Usa vista ai massimi dal 1970
La produzione di barili di petrolio negli Stati Uniti raggiungerà l’anno prossimo i picchi toccati nel 1970. Con queste stime l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha messo sotto pressione le quotazioni del petrolio in Borsa. L’AIE ha tagliato le previsioni sulla domanda di petrolio globale di 10mila barili al giorno a 1,62 milioni di barili, riducendo le stime per il 2018 di 50mila barili al giorno, a quota 1,46 milioni di barili al giorno.
Quanto agli Usa, tuttavia, le anticipazioni sono di tutt’altra caratura. Sono per un aumento minimale a 8,98mila barili al giorno nel 2017, contro i 9 mila previsti, pari a un livello di 100mila unità più elevato del 2016. Ma a preoccupare sono le cifre per l’anno successivo: nel 2018 i barili prodotti dovrebbero toccare i 9,53mila barili al giorno. Se la stima dovesse rivelarsi accurata si tratterebbe della cifra più alta dal 1970, un segnale che il gas di scisto americano sta diventando un player importante su scala mondiale, nonostante i tentativi di sabotaggio dei paesi ricchi di petrodollari del Golfo.
L’AIE stima che il contratto sul petrolio WTI scambi in media intorno ai $53,46 al barile quest’anno, in progresso rispetto alla stima precedente che era per un livello di $52,50. Il derivato sul Brent dovrebbe invece quotare $54,54 di media nel 2017, contro il $53,50 previsto in antecedenza. La reazione del mercato (segui live blog e aggiornamenti) è stata negativa, e i future sul WTI americano con scadenza a marzo continuano a scambiare in calo: al momento cedono più di un punto percentuale ai minimi di due settimane.
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