BP-BPM: da sindacati sì a fusione. Fabi: “con no arrivo di spregiudicati fondi Usa”
Ok dei sindacati del credito “senza se e senza ma” alla fusione Bpm-Banco Popolare. Così Agostino Megale, numero uno della Fisac Cgil:
“Tutti i sindacati nazionali sostengono unitariamente la fusione senza se e senza ma nell’attuale scenario, che vede una parte del sistema bancario nella tempesta, siamo di fronte alla prima operazione di politica industriale vera, una fusione che è utile al Paese, perchè è un segnale che dalle difficoltà si può uscire e che il sistema bancario ce la può fare, ed è utile ai lavoratori, perchè tutela l’occupazione e rafforza il welfare”.
Concorda Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi:
“La nascita del terzo gruppo bancario garantirà stabilità ai lavoratori, alla clientela e direttamente garantirà stabilità al settore bancario. E’ un periodo estremamente delicato, con le vicende di MPS, delle banche venete e delle good bank” e “se dovesse vincere il no la banca, che comunque dovrà trasformarsi in Spa, diventerebbe scalabile e con l’arrivo di possibili spregiudicati fondi Usa si creerebbero non pochi problemi occupazionali”. Insomma, “sarebbe una macelleria sociale“.
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