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Morgan Stanley, situazione Borse potrebbe peggiorare da un momento all’altro

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La situazione delle Borse e in particolare di Wall Street potrebbe precipitare da un momento all’altro. Ne è convinto il chief equity strategist di Morgan Stanley, che per questo motivo nella sua ultima nota settimanale consiglia come posizionarsi in questo scenario.

Nel report uscito domenica 20 maggio, Mike Wilson, che alla fine del 2017 ha iniziato ad avere una view pessimista sulle Borse dopo essere stato uno degli analisti rialzisti più convinti, riconosce che le sue opinioni andavano controcorrente: “anche se l’opinione concorde era che il 2018 sarebbe stato un anno di utili societari robusti, noi eravamo convinti che gli asset rischiosi non sarebbero stai premiati”.

Per la Borsa Usa prevedevamo “ritorni da investimento modesti o nulli, perché stimavamo che la contrazione dei multipli avrebbe controbilanciato la crescita dei profitti”.

Per un po’ di tempo sembrava che ci fossimo sbagliati, dice Wilson: “l’inizio anno positivo sembrava darci torto”, ma le cose sono cambiate in fretta dopo il ‘volocausto’ di febbraio, quando i prezzi di Borsa hanno subito una fase di correzione materiale forte, con i rapporti P/E dell’S&P 500 che sono calati del 12% dai massimi di dicembre.

Questo andamento si spiega in gran parte con l’incremento delle previsioni sugli EPS (utili per azione) dopo la riforma fiscale varata da Donald Trump e con l’ammontare record di piani di buyback quest’anno (che si stima si avvicino al migliaio di miliardi di dollari).

Anche se alcuni settori hanno visto i rapporti P/E calare molto di più della media, la mediana dei cali è stata del 15%, sottolinea sempre lo strategist nella nota.

In conseguenza del ritorno della volatilità, Wilson è convinto di non essersi sbagliato e anzi, adesso la sua preoccupazione è che la sua opinione sia diventata la norma, il nuovo consensus.

“Forse questo vuol dire che la nostra previsione non si rivelerà corretta. Non è per dire che il consensus non può prenderci, ma è il caso di citare il vecchio adagio secondo cui ‘il consensus ci indovina l’80% dele volte'”. Il problema ora – si lamenta Wilson – è che il consensus prevede ritorni da investimento molto più risicati”.

E questa “è una cattiva notizia per gli investitori, che devono impegnarsi di più se vogliono generare rendimenti decenti e che devono fare affidamento su idee di investimento più tattiche o idiosincratiche, piuttosto che andare lunghi sul beta”.

Un’idea che piace a Wilson è quella di comprare l’indice S&P 500 quando questo scambia in una forchetta di prezzo che sia di 16-18 volte superiore alle previsioni sugli utili societari a 12 mesi. La previsione si basa sul fatto che dai massimi di gennaio, il mercato ha superato con successo per ben quattro volte il test del tetto “16 volte”. Quel la soglia sta salendo di pari passo con l’incremento delle stime sui profitti e oggi equivale a 2.625 punti.

La strategia di questo tipo è una delle preferite di Morgan Stanley. Wilson consiglia di comprare la Borsa Usa quando il rapporto P/E dell’indice allargato si avvicina a quota 16. A meno che il tasso decennale dei Bond Usa non sia salito oltre il 3,25% o che l’economia abbia smesso di crescere oppure che il premio di rischio dell’azionario non sia salito sopra i 350 punti base.