Economia

Midterm, i finanziamenti delle società (indebitate fine al collo) ai candidati

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Hanno sulle spalle almeno 1700 miliardi di dollari di debito, e, nondimeno, continuano a finanziare campagne elettorali per i candidati alla Camera e Senato ritenuti vicini ai loro interessi: sono questi i risultati sulle donazioni delle grandi società alla politica, contenuti in una ricerca compiuta da MapLight, società non profit impegnata nello svelare le relazioni fra il mondo dell’impresa e la politica.
I 20 maggiori donatori hanno speso complessivamente 21 milioni di dollari a favore delle campagne dei candidati a partire dal 2017, “anche se i [loro] livelli di indebitamento record vengono visti come una possibile sorgente di una nuova crisi economica che potrebbe rivaleggiare con quella del 2008”, scrive Map Light. Fra le grandi società che hanno donato più fondi, non stupisce che figurino Lockheed Martin e Northrop Grumman, entrambe legate a importanti commesse statali. Ma non mancano anche nomi più cari ai consumatori come Amazon, Walmart e General Motors.

 

In generale, è importante sottolineare che, se da un lato le valutazioni azionarie sono vicine ai massimi storici, esse hanno un valore assai inferiore se confrontato con quelle delle emissioni obbligazionarie delle aziende che hanno contribuito all’indebitamento delle imprese americane: il confronto è fra 10mila miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato contro 40mila miliardi di debito, scrive MapLight. L’emissione di bond, del resto è stata favorita dai tassi bassi e da agevolazioni fiscali volte a favorire la ripresa dell’economia americana. Molti di questi fondi, come più voltre messo in luce, sono stati utilizzati per riacquistare azioni proprie (buyback) con il risultato di migliorarne la quotazione.
La società più “generosa” in queste elezioni midterm è stata AT&T: 2,8 milioni di dollari, di cui 14mila a Karen Handel, repubblicana candidata alla Camera per la Georgia, 13mila al repubblicano Ron Estes (Kansas) e ancora la repubblicana Martha Roby, che ha vinto le primarie lo scorso luglio per candidarsi alla Camera per l’Alabama.
Lockheed Martin ha donato per la campagna elettorale midterm 2,2 milioni (va ricordato che nel 2017 ha ottenuto commesse dal governo per 50,5 miliardi di dollari). Fra i nomi sostenuti dal gigante della difesa c’è il democratico John Larson, co-presidente del gruppo di lobbying Congressional Joint Strike Fighter Caucus, che ha ricevuto per la sua campagna 14mila dollari solo da Lockheed. La sfidante repubblicana ne ha ricevuti, da tutti i donatori, solo 5mila.