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“Mi faccia il pieno di Bot”. Tutti i rumor sui bond italiani

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Nelle ultime settimane ci eravamo abituati troppo bene e dimenticato che in primavera ci attende l’appuntamento elettorale, che ovunque, anche nei paesi politicamente più maturi, è sempre un motivo di volatilità sui mercati.

Ciò che abbiamo visto nella giornata operativa di lunedì è sicuramente un antipasto di quello che potrebbe accompagnarci dopo le feste natalizie, quando la campagna elettorale entrerà nel vivo; forse la rottura tra maggioranza e governo, può essere vista anche in un’ottica positiva: ridurre il logorio pre-elettorale nel primo trimestre del 2013 potrebbe avere grosse potenzialità soprattutto sui mercati azionari.

In realtà la borsa ha dimostrato di essere direttamente il primo riferimento di criticità, ma ha anche dimostrato la capacità di recuperare rapidamente i prezzi della fine della scorsa settimana; più approfondita è invece l’analisi sui titoli di stato che hanno subito delle correzioni nei prezzi, riportando lo spread contro Bund a livelli più alti, anche per la conseguenza del ritorno di molti investitori al “fly to quality”.

Tuttavia il rendimento, che rimane la cosa più importante (e non lo spread) è rimasto a livelli che sarebbero stati da sogno soltanto a metà ottobre; infatti sul Btp decennale si è alzato dal 4,5% al 4,8% di massimo, ma a quel livello sono ripresi gli acquisti e ciò è stato un indicatore interessante, oltre al fatto che il mood degli investitori internazionali, dapprima un po’ spaesati, non è mutato più di tanto. E la conferma si è avuta nel successo (al di sopra delle migliori aspettative) dell’asta Bot di martedì che ha visto il rendimento sui 12 mesi scendere ai minimi degli ultimi due anni, meglio cioè della fase pre-crisi, quando gli spread viaggiavano su ben altri livelli.

Quindi i nostri titoli escono da una settimana difficile, ma con un ulteriore rafforzamento che premia la fiducia di molti investitori internazionali che si sono ripresentati “all’ufficio acquisti”, e non solo americani o cinesi ma anche di paesi come il Giappone che dall’inizio della crisi dell’euro aveva allentato qualsiasi interesse sull’eurozona, sia tripla A che sui periferici.

Anche il comparto azionario, colpito soprattutto nel settore finanziario, ha subito recuperato il gap, riallineandosi con gli altri listini europei.

Per la parte obbligazionaria corporate molto acquistata nelle ultime settimane ci sono stati inizialmente dei flussi in vendita, salvo poi stringere quasi subito gli spread; più limitato il lavoro sul primario che arrivando in prossimità dei giorni festivi, limita decisamente le emissioni per difficoltà implicite con i giorni di valuta da calcolare dopo il 20 dicembre a causa delle molte chiusure differenti nelle varie borse, per cui l’attività di grossi flussi è rimandata all’inizio del 2013.

Comunque il mercato non sta fermo al 100% e qualche deal interessante c’è stato, tra questi il maggior successo è l’operazione di Generali della settimana scorsa con oltre 9 miliardi di euro di ordini raccolti tra gli investitori. Generali con rating BBB+/Baa3, ha infatti emesso 1.25 miliardi di euro di titoli subordinati tier1 30NC10 con cedola 7.75% e scadenza finale 12/12/2042 con la prima call nel dicembre 2022; i titoli emessi alla pari oggi sono scambiati oltre 104 ed arrivati sul secondario.

Altri corporate che hanno sfruttato i bassi tassi d’interesse finanziandosi sul mercato con nuove operazioni sono Auchan A con 750 milioni di euro sulla scadenza decennale 12/12/2022 e cedola 2.375%, Carrefour Baaa2/BBB con 1 miliardo di euro sulla scadenza 19/12/217 e cedola 1.875%, AT&T A2/A- con 1 miliardo di euro cedola 5.5% e scadenza 17/12/2032. Air- France Klm , società nel settore aereo senza rating, dopo il successo del roadshow si è finanziata con 500 milioni di euro cedola 6.25% e scadenza 18/1/2018; i titoli emessi sotto la pari sono scambiati a 103.

Tra i rumour che circolano nella sale operative: Enel che nei primi mesi del 2013 tornerà ad emettere un bond destinato alla clientela retail, anche Snam sta pensando a un bond retail per ripagare il debito con la ex controllante Eni, mentre Mediolanum ha deliberato l’emissione di un bond entro maggio 2013.

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