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MERCATI: È L’ ORA DI PUNIRE CHI GIOCA SPORCO

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(WSI) –
Ormai è come una strage. Una sorta di pulizia etnica delle banche operata dalla loro stessa avidità. Lo scandalo dei prestiti subprime (prestiti a clienti «inattendibili», pur di fare soldi) si sta mangiando vivi istituti di credito e banchieri. Le prime avvisaglie si sono manifestate a fine settembre quando Barclays, una delle principali banche inglesi, quella dell´Opa da quasi cento miliardi di dollari su ABN Ambro, ha dovuto chiedere un prestito temporaneo alla Bank of England per poter aprire gli sportelli il giorno dopo.
Poi ci sono state decine di episodi apparentemente minori (Northernrock, Countrywide e qualche decina di altre banche specializzate), ma che segnalavano una situazione di pre-allarme. Anche perché si è scoperto che l´intero settore bancario era più autoreferenziale (chiuso su se stesso) di quanto si potesse immaginare in quanto tutti, grandi e piccoli operatori, si finanziavano sull´interbancario. Cioè si prestavano i soldi da banca a banca, come una immensa catena di Sant´Antonio.

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La cosa sconvolgente è che da qualche settimana quel mercato non esiste praticamente più. Cosi come si è volatilizzato in pochi giorni il mercato delle cartolarizzazioni e dei bond.
E come nel classico castello di carte è cominciata la caduta delle stelle, delle grandi e piccole banche mondiali che, non trovando più sul mercato i soldi per finanziarsi, hanno iniziato a diminuire l´attività e soprattutto hanno dovuto cominciare ad evidenziare i buchi che avevano accumulato in bilancio. E sono crollate in borsa. Solo nella settimana appena finita, dopo cali che proseguono da luglio, Merril Lynch ha perso il 14%, Citicorp il 12,5, JPMorgan il 9,8%.
Quasi tutte ormai valgono meno del valore che avevano tre mesi fa. Anche la mitica prudenza svizzera di UBS è stata infranta da mega svalutazioni e da avvisi che «potrebbe non essere finita».

E anche da noi il super gioiello Unicredito (modello di banca e di trasparenza) ha ormai perso tanto valore da vedere azzerato l´intero apporto alla fusione del gruppo Capitalia. Ancor più significativo poi qualche episodio di licenziamento in tronco, come quello del numero uno di Merrill Lynch, da sempre considerato potentissimo. Si tratta di Stan O´Neal, protagonista di una tipica storia americana: figlio di un immigrato che raccoglieva il cotone in una piantagione di Alabama quarant´anni fa, prima di andare alla catena di montaggio della General Motors era salito fino alla vetta della più grande banca del mondo, due azioni su re fra quelle scambiate nel mondo passano per gli uffici della Merrill Lynch.

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Banca che adesso comunque è sotto indagine da parte della Sec (la Consob americana) perché pare che non abbia ancora detto tutta la verità. E sembra essere solo l´inizio perché tutti continuano a confessare che il contenuto dei piccoli mostri, dei prodotti salsiccia con i quali tante banche hanno infestato il mondo, non è ancora chiaro. La situazione è confusa perché la maggior parte di queste operazioni avveniva ed avviene fuori bilancio, con veicoli societari ad hoc che non vengono consolidati. E che ora l´amministrazione Usa vorrebbe nascondere tutto infilandoli in un mega fondo che consenta a tutti di fare pulizia. Warren Buffet (il finanziere-miracolo degli Stati Uniti, quello che si lamenta perché gli fanno pagare poche tasse e che guida personalmente la propria auto) ha subito detto che sarebbe l´ennesimo scandalo perché chi ha sbagliato deve pagare e non deve potersi salvare attraverso un meccanismo più farlocco dei fenomeni che hanno creato queste ridicole – ma pesanti – bolle.

Staremo a vedere cosa inventeranno ma certo che è inquietante, in tempi di continui richiami alla correttezza e alla trasparenza e di leggi punitive post crash come la Sorbanes Oxley (venuta dopo lo scandalo Enron), scoprire che le più grandi banche del mondo da una parte stampavano mutui a chiunque senza guardarci dentro, dall´altra erano di fatto cosi ingenue e fragili nell´essersi fidate che la loro raccolta di denaro dal parco buoi fosse senza fine. E i loro mega uffici studi, le migliaia di analisti che ogni giorno danno lezioni a tutti, dove erano? Cosa dicono? Non si sono mai accorti di niente? Mai un solo, piccolo sospetto? Incredibile.

In altri tempi tutto questo avrebbe determinato crolli epocali del mercato, e forse qualche banchiere si sarebbe lanciato dal trentesimo piano di qualche grattacielo, come nel 1929. Oggi invece tra i provvidenziali (anche se nel medio termine pericolosissimi) tagli ai tassi di interesse della Federal Reserve (la banca centrale americana), l´enorme liquidità che arriva da Russia, Cina, India, paesi arabi e Sudamerica e, soprattutto, l´esistenza di un´economia reale sana e brillante come poche volte nella storia del mondo, tutto si tiene piuttosto bene e i mercati globalmente sono sempre attorno ai massimi. E Stan O´Neal può essere cacciato via nel giro di poche ore dalla Merrill Lynch, ma con una liquidazione di 160 milioni di dollari.
Il vero augurio, a questo punto, è che l´economia continui a tirare, e che le stelle cadano rapidamente e senza eccessivi fragori. Insomma, chi deve cadere cada, e avanti un altro.

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