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Mercati, la fase di cali non è ancora finita

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Le Borse tornano a perdere terreno, con il mercato dei Bond (i rendimenti sono saliti su nuovi massimi pluriennali in paesi virtuosi come Usa, Germania e Canada) che potrebbe influire un nuovo colpo duro all’azionario. Baron Rothschild diceva di tornare a comprare quando “c’è del sangue sparso per le strade” e finora, per la sua entità e durata, la fase di correzione dei mercati non viene ritenuta un crollo maggiore, dettato dal panico, bensì viene giudicata un ripiegamento salutare e fisiologico dalla maggior parte degli analisti e dei gestori.

Questa non vuol dire che la battuta d’arresto sia terminata e che le Borse siano pronte a tornare a crescere al ritmo visto nel 2017 e a gennaio 2018, che è stato un periodo alquanto insolito, favorito da condizioni economiche più uniche che rare. I fondamentali sono solidi, ma la combinazione di crescita sincronizzata globale e inflazione bassa (le cosiddette condizioni di “Riccioli d’oro“) non è uno scenario destinato a durare ancora a lungo. L’azionario è penalizzato proprio dalle paure di un ritorno dell’inflazione e di un rialzo dei tassi. Paradossalmente anche oggi, come venerdì scorso in occasione del report occupazionale americano, sono le notizie economiche positive a innervosire gli investitori. La seduta ha preso una brutta piega non solo nel preborsa Usa ma anche in Europa dopo la pubblicazione dei dati macro sui sussidi di disoccupazione Usa settimanali, che sono a record minimi.

Motivo per cui c’è da aspettarsi una nuova fase di cali, secondo alcuni strategist. Hussein Sayed, chief market strategist di FXTM, calcola che i mercati azionari potrebbero contrarsi di un altro -10%. Con l’incremento deciso della volatilità, che ha toccato a un certo punto anche i 50 punti a inizio settimana, è un momento propizio per gli speculatori più assatanati, ma meno per gli investitori e risparmiatori che ragionano in un’ottica a più lungo termine. I trader devono mantenere un approccio improntato alla massima cautela e rimanere nelle retrovie, spiega l’analista, fino a quando la situazione non si sarà calmata. Solo a quel punto converrà tornare a comprare.

Il tutto mentre le banche centrali stanno attuando una strategia di rientro delle politiche espansive. Oggi la Banca d’Inghilterra non ha alzato i tassi di interesse, ma ha assunto una posizione più aggressiva. La Fed imporrà quasi certamente una stretta a marzo e durante tutto l’anno potrebbe imporre sino a quattro rialzi dei tassi. Visto l’incremento dei rendimenti visto nel mercato obbligazionario Usa e tedesco nelle ultime sedute, i mercati del reddito fisso iniziano a essere di nuovo attraenti e potrebbero offrire un incentivo per una rotazione di portafogli in uscita dall’azionario a favore dell’obbligazionario. Occhi puntati anche sulle trimestrali, con le big del settore bancario europeo come Societe Generale, Commerzbank e UniCredit che hanno riportato i loro conti trimestrali.

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