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Mercati tesi, gestori: è ora di comprare oro

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Alla luce degli ultimi sviluppi di geopolitica, un gestore americano di fondi che si è fatto un nome per i suoi investimenti azzeccati nei mercati emergenti ha deciso di abbandonare gradualmente quest’area di preferenza per puntare sull’oro. Fritz Folts, chief investment strategist e managing partner di 3EDGE Asset Management, società di Boston, ha fatto sapere a Bloomberg del cambiamento di strategia in atto: il gruppo di asset management sta riducendo l’esposizione agli asset più rischiosi prediligendo i beni sicuri come i metalli preziosi.

Il manager Folts cita la perdita della fiducia degli investitori e la crescita più timida dell’economia globale: sono due fattori indice del fatto che l’anno stellare vissuto dall’azionario non si potrà ripetere nel 2018. Inoltre, le preoccupazioni legate all’ondata di protezionismo e il conflitto frontale tra Israele e Iran sta alimentando la domanda di oro. Il prezzo del metallo prezioso è salito dell’1% nell’ultimo mese per via delle tensioni commerciali tra gli Usa da una parte e la Cina e l’Unione Europea dall’altra.

In tutto questo, c’è anche un altro metallo che dovrebbe giovare del nervosismo geopolitico e dalla perdita di slancio dell’economia: l’argento, che secondo l’ultimo report di Bloomberg Intelligence potrebbe rafforzarsi del 50% dai livelli attuali. Intanto i mercati azionari europei sono poco variati, ma alcuni singoli titoli sono ben intonati, tra cui UniCredit che ha riportato conti superiori alle stime. Un’altra banca, RBS, sta facendo bene: il gruppo scozzese ha trovato un compromesso economicamente favorevole con il Dipartimento di Giustizia americano sulla disputa sui mutui e il titolo viene premiato con un +4%. La multa da sborsare sarà di 4,9 miliardi di dollari.

Borsa, Spread e BTP reagiscono a novità politiche italiane

Sui mercati intanto pesano anche gli ultimi sviluppi sulla situazione politica italiana, con Btp sotto pressione e Spread con i Bund in ampliamento in area 140 punti base. Per capire quale tipo di governo aspettarsi nella terza economia dell’area euro, che dopo il voto del 4 marzo deve fare i conti con un parlamento variegato senza una chiara maggioranza, bisogna capire che dipenderà da quali saranno le priorità e quali sono i compromessi che troveranno: reddito minimo e flat tax insieme sarebbero insostenibili finanziariamente. Non si possono fare entrambe, anche perché sarebbe molto costoso anche riformare la legge Fornero, una misura che tutte e due le forze politiche vedono come una priorità.

Gli ultimi dati economici, poi, sono stati così così in Europa nel suo complesso e in Italia. Una coalizione anti establishment e non filo europea come quella che si sta per formare, causerà turbolenze sui mercati perché farebbe temere per il non rispetto dei vincoli di bilancio e di deficit. Si inizierebbe a speculare sulle possibili sanzioni dell’UE. Forse questo scenario potrebbe alla fine offrire a Mario Draghi una ragione in più per rimandare una normalizzazione delle politiche monetarie e la prima stretta monetaria dopo tanto tempo della Bce (che i mercati scontano intorno a giugno 2019).