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Mercati stanno perdendo fiducia nella Bce e problemi italia rimangono

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L’Eurozona è entrata in una zona di pericolo: la Bce è convinta che l’inflazione tornerà a surriscaldarsi presto ma rischia di compromettere così facendo la fiducia che il mercato ha nella strategia di politica monetaria della banca guidata da Mario Draghi.

Un qualsiasi intervento di stretta monetaria nel 2019 – stima BNY Mellon in un report – “sarebbe considerato prematuro per la maggior parte degli Stati membri dell’area euro”. Sebbene la Bce abbia messo ufficialmente la parola fine al bazooka monetario, la banca continuerà a reinvestire i fondi recuperati dalla scadenza degli asset in portafoglio per un “periodo prolungato di tempo”.

L’importanza di questa dichiarazione e questo impegno da parte di Draghi non va sottovalutata, scrive il Senior Currency Strategist della banca Neil Mellor. “Negli ultimi mesi la volatilità estrema dei prezzi energetici ha provocato un’oscillazione nel tasso annuale di inflazione dell’Eurozona e questo spiega il calo visto a dicembre all’1,6 dall’1,9% precedente.

Outlook debole per l’economia in Eurozona

Tuttavia l’inflazione di fondo (detta ‘core’, che esclude componenti volatili come cibo ed energia) si rifiuta di muoversi dal tasso dell’1% intorno al quale “rimane da ormai quattro lunghi anni”. “È important sottolineare che questa percentuale sarebbe in qualche modo inferiore se venisse privata del contributo della Germania (1,6%).

Nel frattempo dal punto di vista economico le previsioni sul PIL sono più pessimiste: la crescita è stata dello 0,2% su base trimestrale nel terzo quarto dell’anno 2018 e i dati sul PMI (toccati quasi i minimi di tre anni a dicembre per l’indice manifatturiero) dicono che il periodo è rimasto negativo anche durante la fine dell’anno.

La Bce è convinta che l’inflazione salirà progressivamente, ma “una riduzione dei piani di stimolo monetario sarà prematura per numerosi stati dell’area che non hanno fatto progressi nella diminuzione dei livelli record di disoccupazione e debito pubblico“.

Italia: tragedia manovra finita ma non i problemi fiscali

A proposito di debito e misure fiscali, nonostante sia stata scongiurata una procedura di infrazione contro il suo governo, “i problemi dell’Italia non sono finiti”.

Non è un segreto che il nostro paese dipende fortemente dagli aiuti della Bce sul mercato dei bond: “senza gli acquisti di Draghi il Tesoro dovrà colmare un buoco da 275 miliardi di euro di finanziamenti nel 2019″.

Intanto anche se la Germania gode di una posizione più stabile dal punto di vista commerciale, del lavoro e finanziaria, “non è immune al rallentamento della crescita dell’economia globale”.

Germania: dipendenza pericolosa dalla Cina”

La Bundesbank è fiduciosa che l’economia numero uno in Europa se la caverà anche in un contesto di protezionismo montante e di caos legato alla Brexit, ma “l’economia tedesca dipendente dalle esportazioni è legata all’andamento della Cina, la cui economia in frenata ha spinto la banca centrale ad ammorbidire i requisiti sulle riserve di capitale delle banche”.

La stampa tedesca parla da tempo della “pericolosa dipendenza dalla Cina” della Germania, per citare le parole usate dal quotidiano Handelsblatt. In tutti i modi, i mercati potrebbero presto perdere la fiducia nelle capacità della Bce di riuscire a riportare l’inflazione vicino alla soglia obiettivo del 2%.