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Mercati, inversione curva rendimenti vicina ma trader mai così compiacenti

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La compiacenza degli operatori di mercato ha raggiunto livelli record e nessun investitore sembra particolarmente preoccupato dalla prossima inversione della curva dei rendimenti dei titoli di Stato Usa, che di solito è premonitrice di una fase di recessione.

Romaine Bostick di Bloomberg TV ha preparato un grafico che evidenzia a che punto è la voglia di proteggersi dal rischio nei mercato dei future: se si somma l’esposizione agli asset privi di rischio come oro, Treasuries decennali e VIX si ottengono i minimi di sempre.

“Gli investitori sono completamente sbilanciati da una parte della barca e gli speculatori non sono per niente preparati a un eventuale evento di crisi: con i listini azionari sui nuovi massimi, la compiacenza ha raggiunto livelli epidemici”.

Gli speculatori stanno shortando in massa i titoli del debito Usa e questo contesto sta contribuendo a un appiattimento della curva dei rendimenti, ormai non lontana dall’inversione. La differenza tra i rendimenti dei titoli a breve e a lunga durata (2 e 10 anni) è dello 0,19%, la percentuale inferiore da agosto 2007.

È l’effetto delle droghe monetarie degli ultimi anni che stanno per volgere al termine. Nel frattempo sul Forex la sterlina si rafforza dopo che Michel Barnier, il capo negoziatore Ue sulla Brexit, ha fatto sapere che Bruxelles è pronto a offrire a Londra “una partnership unica”, mai stretta con nessun altro blocco.

Più che dalle condizioni economiche, a intimorire e muovere i mercati ultimamente sono le notizie di politica, come dimostrano i casi recenti relativi alla crisi della lira in Turchia, ai dubbi sulla stabilità delle finanze pubbliche in Italia e ai venti di guerra commerciale tra Usa e Cina.