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Mercati, fenomeno che non si vedeva da bolla Internet: rivincita gestione attiva

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A parte qualche schiaffo per via della guerra commerciale, che ha spinto Daimler a lanciare un profit warning oggi che pesa sul settore auto, le Borse stanno festeggiando come se fossero i primi Anni 2000 negli ultimi mesi. I titoli di Borsa scambiano in un modo che no si vedeva dai tempi dell’apice della bolla dot com. Morgan Stanley sottolinea infatti in uno studio come i mercati azionari scambino nella maniera più indipendente dai fattori macro dal 2001, 17 anni fa.

Si tratta di condizioni dei mercati che sono ideali per chi predilige la tecnica dello stock picking: significa che oggi analizzare i fondamentali economici e aziendali, nonché le prospettive delle singole società quotate, per scommettere su un singolo titolo, piuttosto che su interi mercati o settori paga.

È una svolta importante per questi trader e asset manager in un periodo in cui robo advisor e gestione passiva stanno rubando loro clienti e quote di mercato. Stando ai risultati della ricerca della banca, i titoli di Borsa stanno operando in maniera completamente indipendente, andando contro un trend che li vuole scambiare all’unisono con gli sviluppi macro economici e geopolitici.

Alla fine del 2017 il 71% del rischio associato all’indice S&P 500 non era spiegabile con i sei fattori di rischio macro principali identificati da Morgan Stanley nei 252 giorni precedenti. È la percentuale più alta negli ultimi 17 anni. Se si condensa il periodo in 63 giorni, la misura del rischio specifico è la più elevata dal 2000, quando la bolla dot com si stava ancora gonfiando.

La volatilità vicina ai minimi storici per un lungo lasso di tempo, fino a febbraio 2018, poi, non ha aiutato la loro causa. Le oscillazioni di prezzo sui mercati sono infatti fondamentali per quei gestori attivi, che possono provare di che pasta sono fatti e che con le loro analisi approfondite puntano a generare rendimenti alpha superiori alla concorrenza.