Economia

Mediobanca e il futuro di Generali. Opinione di Davide Serra su UniCredit

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Giornata importante per il settore bancario italiano, con gli investitori che guardano ai buoni conti pubblicati da Mediobanca, attendendo i bilanci di UniCredit, Ubi Banca e Bper. Focus sulle dichiarazioni di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, che ha messo in evidenza come la banca continui a crescere in un contesto in cui molti altri istituti di credito, invece, faticano.

“Abbiamo avuto un semestre di grande soddisfazione dal punto di vista numerico”, ha detto Nagel, facendo notare come il Rote del gruppo sia salito dall’8 al 10% (“record per il settore”), e i ricavi abbiano raggiunto nel periodo “il massimo storico”. Mediobanca continua a crescere “in un panorama bancario dove i ricavi scendono”.

Nagel ha poi affermato che non esiste “alcun segnale di disimpegno” nei confronti di Mediobanca né da parte di UniCredit (primo azionista con l’8,69% di Mediobanca), né da parte di Vincent Bollorè (secondo azionista con il 5,029%).

La precisazione è avvenuta in merito alle indiscrezioni di stampa, secondo cui Intesa SanPaolo potrebbe tentare di acquistare la quota che UniCredit ha in Mediobanca, per puntare poi al controllo di Generali, di cui Mediobanca detiene una quota del 13,4%”.

A proposito dell’aumento di capitale da 13 miliardi di UniCredit, Nagel si è mostrato fiducioso.

“Da quello che possiamo vedere, l’operazione di aumento di capitale di UniCredit è tecnicamente ben impostata e ha un apprezzamento da parte degli investitori. A mio avviso avrà un esito positivo”.

Stamattina sono tra l’altro arrivate indiscrezioni secondo cui la fondazione Crt sarebbe pronta a partecipare all’aumento di capitale con una sottoscrizione pari all’1,8%. In questo modo la fondazione sottoscriverebbe tutta la sua quota di competenza.

Mediobanca su crediti deteriorati e banche italiane

Nagel ha parlato anche del problema dei crediti deteriorati che pesa in generale sul sistema bancario italiano e del ruolo del fondo Atlante, a cui Mediobanca non ha partecipato.

Atlante è stato utile perché ha impedito il bail in di una banca importante in un momento in cui il governo non voleva far ricorso a soldi pubblici”, riferendosi a Mps. Tuttavia, “trovo che sia complicato attivare con numeri così piccoli una soluzione agli npl italiani, tema che da altre parti in Europa non ha trovato una soluzione simile”

Insomma, il Fondo Atlante non può farsi carico – come il personaggio mitologico da cui prende il nome – del problema dei crediti deteriorati di tutti gli istituti di credito italiani.

“Durante il 2016 si è lavorato a due macro-eventi che nel primo semestre del 2017 stabilizzeranno il sistema bancario italiano”, ha detto riferendosi al Fondo Salva-banche creato dal governo italiano e all’operazione di ricapitalizzazione di Unicredit. “I 20 miliardi del governo saranno sufficienti per stabilizzare Mps e le banche venete ove ne facessero richiesta e altre piccole situazioni. Oggi non abbiamo altre situazioni che dal punto di vista del capitale o della stabilità destano allarmi” anche se “restano le tematiche della redditività e della pulizia dei bilanci ma non sono tematiche di stabilità”.

Mediobanca sul futuro in Generali

Nagel non si espone più di tanto nei piani futuri di Mediobanca su Generali e alle agenzie di stampa riferisce, nell’ambito del discorso per commentare i risultati del semestre 2016-2017.:

“Noi rimaniamo coerenti con quanto abbiamo deliberato e comunicato e su cui siamo impegnati. Mediobanca all’interno del piano prevede una certa allocazione del capitale funzionale allo sviluppo dei numeri del conto economico, e questo rimane invariato. Mediobanca procederà a dismettere il 3% di Generali da qui al 30 giugno 2019 e manterrà il 10% residuo. Altro non ritengo opportuno nè utile aggiungere”.

Nagel ha ricordato che la partecipazione di Mediobanca in Generali è “fonte di utile per azione e di dividendo per azione importante”, aggiungendo che “Mediobanca ha sempre accompagnato i programmi di crescita e sviluppo di Generali ultimi anni”.

Mediobanca sul raid Bolloré in Mediaset

Sulla battaglia Berlusconi-Bollorè e sul raid del finanziere bretone su Mediaset – sia Berlusconi che Bollorè sono azionisti di Mediobanca – Nagel ha precisato che “Mediobanca non si schiera con alcun socio, in particolare su operazioni che riguardano loro stessi”.

Tuttavia la frase chiave, che potrebbe essere letta anche in merito al dossier Intesa SanPaolo-Generali, il ceo ha affernato:

“La mia personale valutazione di banchiere è che le operazioni di concentrazione vanno fatte in maniera amichevole e concordata. Altrimenti, le esperienze hanno dimostrato che si rivelano molto più costose e con un rischio più elevato”.

Davide Serra su banche italiane e Generali

Recentemente su Generali si è espresso, in un’intervista a Milano Finanza, Davide Serra, numero uno del fondo Algebris, che ha affrontato anche altre questioni, tra cui quella della presidenza di Donald Trump, dei tassi, dell’economia dell’Eurozona, rispondendo anche a una domanda sulla probabilità di indire elezioni anticipate in Italia.

Serra ha parlato del problema dei crediti deteriorati delle banche italiane e su UniCredit “avevamo una piccolissima posizione ottobre e novembre e stiamo aumentando comprando i diritti”.

 

(in fase di scrittura)