Economia

M5S: “l’Europa non è l’euro. Pil, nessuno si fida più del Bomba”

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Doppio attacco del M5S contro le istituzioni.  Con due post diversi pubblicati sul sito di Beppe Grillo, il M5S accusa il governo Renzi – con il premier Matteo Renzi che viene definito “Bomba” – e l’impalcatura dell’Unione europea creata da Bruxelles e dai vari burocrati.

L’accusa è soprattutto contro l’euro. Secondo la nota del M5S, l’Europa infatti è ben diversa dall’euro, ed è assolutamente necessario scardinare il parallelismo degli ultimi anni che ha creato l’equazione Europa-euro.

Per il bene di tutti coloro che hanno creduto nell’Europa. A partire da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann, creatori del Manifesto di Ventotene:

“Unire le figure di Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi con quella di Ventotene è un’assurdità, un ossimoro da non ripetere. Il Manifesto di Ventotene “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”, è un documento per la promozione dell’unità europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann tra il 1941 ed il 1944, durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene, nel mar Tirreno. Accostare quello che è uno dei fondamenti dell’Unione Europea con i tre personaggi che maggiormente stanno contribuendo alla sua distruzione è stato, purtroppo, uno squallido spettacolo a cui abbiamo dovuto assistere. L’Europa immaginata nel corso della Seconda Guerra Mondiale da questi visionari parlava di sfide, di prospettive, di un futuro nel quale non ripetere gli stessi errori, un avvenire costruito mettendo da parte gli egoismi più beceri. Oggi il confronto è impietoso: Spinelli-Renzi; Rossi-Hollande; Hirschmann-Merkel. Tre leader che non sono capaci di immaginare un futuro diverso, senza prospettive o alternative. Oggi l’Europa soffre una divisione lacerante tra Nord e Sud, una separazione che possiamo anche definire “inevitabile” per il tessuto sociale, economico, storiografico. Di questa inevitabilità l’Europa non ha voluto colpevolmente tenere conto: con la complicità dei Governi (quello italiano eletto da nessuno) le differenze sono prese a martellate da istituzioni e regolamenti creati per distruggere e separare, non per unire. Parliamo della troika, di direttive come il bail-in, del MES o del Fiscal Compact e, naturalmente, della moneta unica. Uno strumento, quest’ultima, divenuto l’arma di ricatto perfetta e che – come ricorda Stiglitz – acuisce le differenze e mina alla radice l’intero progetto europeo”.

C’è da dire che il M5S è caduto un po’ in crisi di identità nell’ultimo periodo con l’euro, l’Europa e l’Unione europea. Forse anche per questo avverte la necessità di chiarire le sue posizioni. E lo fa, continuando con il post:

“Pensare a un futuro senza moneta unica e, al contempo, senza la distruzione dell’intero progetto europeo è oggi un atto doveroso. Il Movimento 5 Stelle rifiuta l’equazione per cui si identifica la moneta Euro con l’Unione Europea: dire che l’Europa è l’Euro è un’offesa ai processi politici che l’hanno generata, vuol dire calpestare la memoria dei padri fondatori. Eccovi alcuni spunti dell’intervista ai portavoce Carlo Sibilia e David Borrelli comparsa su Il Sole24Ore lo scorso 21 agosto 2016: «Il M5S non ha mai detto un no secco all’Europa», sostiene il deputato Carlo Sibilia, uno dei cinque componenti del direttorio. «Ci siamo presentati nel 2014 alle europee proprio per cercare di modificare alcune cose. D’altronde, se l’Europa ora non fa due più due dopo lo scossone Brexit non ci sarà molto spazio per le forze politiche che non vogliono cambiare». A Strasburgo i pentastellati hanno votato contro la risoluzione post-Brexit insieme a Farage, Le Pen e sinistra radicale. David Borrelli, co-capogruppo con Farage del gruppo Efdd, difende la scelta: «I cittadini inglesi hanno deciso di uscire dall’Europa e per noi è giusto che non sia l’Europa a decidere i tempi dell’addio: sarebbe un’ingerenza».

Ma oggi il M5S va all’attacco commentando anche gli ultimi dati diffusi dall’Istat:

“I dati Istat sulla fiducia di imprese e consumatori ad agosto confermano che la cattiva salute del Pil – fermo tra aprile e giugno – non sarà passeggera. L’indice di fiducia delle imprese torna addirittura ai livelli del febbraio 2015 (99,4 dal 103 di luglio). I consumatori seguono a ruota, e nel mese corrente l’indice per le famiglie scende a 109,2 (dal 111,2 di luglio). Se consumatori e imprese navigano nel pessimismo è perché il Governo non dà segnali di voler cambiare direzione. Al di là delle battaglie retoriche contro l’austerità, infatti, il Bomba è pronto a varare l’ennesima legge di stabilità lacrime e sangue per rispettare i vincoli di bilancio europei. Per tenere in piedi il bilancio pubblico mentre la base economica reale si sta dissolvendo ci sono solo due vie: investire direttamente nella ripresa economica o spremere ancor più cittadini e imprese. Il Bomba ha scelto da tempo la seconda soluzione, abbellendola con qualche inutile bonus. Dopo la fortunata congiuntura internazionale del 2015 (petrolio in calo, euro debole e manovre monetarie di Draghi) nel 2016 il Bomba è nudo, e non può far altro che nascondere i disastri dell’economia dietro il referendum costituzionale. Sta ai cittadini italiani decidere se archiviare o meno questa pagina infelice della nostra Repubblica”.