Economia

Lotteria degli scontrini congelata: rischio flop

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – E alla fine la piccola rivoluzione per ora può attendere. Dal 1° gennaio non partirà la tanto famosa lotteria degli scontrini, lo strumento che avrebbe spinto i cittadini a chiedere scontrini ai commercianti per poter partecipare ad una vincita a premi, il tutto con l’obiettivo di combattere l’evasione fiscale.

Perché non si farà?  A curare il software e la piattaforma per la lotteria doveva essere la Sogei, società del ministero dell’Economia e delle Finanze deputata anche alla cura dello spesomtro. In questi giorni però lo spesometro ha fatto cilecca con la scoperta di un buco telematico che ha permesso a chiunque di consultare e modificare i dati comunicati all’Agenzia delle Entrate. Un pasticcio che ha mandato in tilt il sistema e bloccato tutto costringendo così, a seguito delle proteste dei commercialisti, ad una proroga per ora fissata al 16 ottobre.

Un pasticcio che rischiava di presentarsi anche con la lotteria degli scontrini visto che la società chiamata a occuparsene è la stessa Sogei, anche se come ipotizza Il Corriere della sera forse dietro cera ben altro.

“La lotteria sarebbe stato il primo esempio di quel contrasto di interessi che molti considerano l’arma più efficace contro l’evasione fiscale, una voce che nel nostro Paese viene stimata intorno ai 110 miliardi di euro l’anno. Cosa vuol dire contrasto di interessi? Mettere una categoria di contribuenti contro un’altra per ottenere un maggiore rispetto delle regole. Nel caso specifico spingere il cliente a chiedere lo scontrino anche se il cassiere fosse al momento distratto. In realtà anche per i commercianti ci sarebbe un premio: una piccola somma in denaro per il titolare del negozio che ha rilasciato lo scontrino vincente. Ma forse non tutta la categoria avrebbe gradito la novità”.

Ma come doveva funzionare la lotteria degli scontrini? Il meccanismo era il seguente: ogni negozio doveva dotarsi di un lettore simile a quelli oggi usati nelle farmacie: per ogni acquisto andava strisciato il codice fiscale sulla tessera sanitaria e poi lo scontrino in formato elettronico veniva comunicato direttamente all’Agenzia delle entrate. Per ogni tot di spesa si ottiene un numero per partecipare all’estrazione una volta al mese.