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LO S&P500 HA GIA’ PERSO IL 9% DAL TOP DI OTTOBRE

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*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come
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di WSI.

(WSI) –
in area Euro attesa la produzione industriale di settembre che potrebbe registrare un calo meno forte delle attese grazie al buon dato tedesco. In Italia invece ci sarà la pubblicazione del Pil preliminare per il terzo trimestre, che dovrebbe registrare un miglioramento rispetto al dato precedente, grazie soprattutto al contributo dei consumi privati. Infine in Germania sarà pubblicato l’indice Zew di settembre, che a causa dei continui timori sul mercato del credito potrebbe continuare a scendere.


Tassi di Interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno registrato un rialzo che ha interessato soprattutto la parte a breve termine della curva, in una giornata caratterizzata dalla chiusura dei mercati Usa e dall’assenza di dati macro. Segnali di aumento dell’avversione al rischio da parte degli investitori così come evidenziato dall’indice Itraxx Crossover che si è portato sopra i 370 pb e l’Embi+ spread sopra i 220 pb. Oggi l’attenzione sarà rivolta ai dati europei ed alle notizie sul fronte societario. Sul decennale il supporto si colloca a 4,09%.

Negli Usa mercati azionari in calo per il quarto giorno consecutivo, la sequenza più lunga di ribassi degli ultimi otto mesi che sta comportando una perdita dell’indice S&P500 di circa il 9% dai massimi di metà ottobre. Ieri è stato soprattutto il comparto energetico a pesare sui listini azionari. Nel frattempo gli operatori, dopo aver assunto come praticamente certa l’ipotesi di un taglio di 25pb il prossimo 11 dicembre, attribuiscono una probabilità intorno al 70% all’ipotesi di un ulteriore taglio a fine gennaio. Tale aspettativa tende ad irripidire ulteriormente la curva, insieme anche al forte rialzo delle aspettative di inflazione misurate in via di approssimazione dalle breakeven inflation, ormai molto vicine ai massimi storici. Da un punto di vista tecnico il calo del mercato azionario potrebbe estendersi per circa il 2% in termini di indice S&P500 il che potrebbe spingere il decennale fino al supporto del 4,15%.

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Valute: Dollaro in recupero verso Euro. Il movimento del biglietto verde si è svolto parallelamente al ritracciamento del petrolio. Nel frattempo il Wsj ha evidenziato come il governo Usa potrebbe di fatto tollerare il trend di deprezzamento del Dollaro, limitandosi eventualmente a richiami verbali nel caso di movimenti eccessivi. I richiami verbali potrebbero diventare più aspri nel caso in cui il deprezzamento dovesse essere di ostacolo a tagli dei tassi Fed. Dall’altra sponda dell’oceano, il ministro delle finanze tedesco continua a dichiararsi non preoccupato dalla dinamica della valuta comune. Nel frattempo il recupero temporaneo potrebbe continuare. Primo supporto a 1,4527. Prima resistenza a 1,4670. Ieri lo Yen si apprezzato su segnali di aumentata avversione al rischio (calo dei listini azionari emergenti e delle materie prime), per poi tornare a deprezzarsi nel corso della notte dopo il discorso del primo ministro giapponese Fukuda il quale ha lasciato intendere la possibilità intervento del governo sui mercati valutari. Il Pil giapponese del terzo trimestre è cresciuto oltre le attese al 2,6% t/t annualizzato, grazie alla componente consumi migliore del previsto. Verso Dollaro ieri il cross si è avvicinato al supporto 109, livello più basso dal maggio 2006. Verso Euro il cross è calato, ma l’area intorno a 160 ha dato luogo ad un rimbalzo. Il supporto di breve si colloca a 158,70 circa.

Materie Prime: giornata di ribassi per le materie prime, soprattutto nel comparto energia e dei metalli. Il greggio Wti è sceso sotto i 95$/b su attese di aumento della produzione Opec durante il summit del 17-18 novembre, anche se fonti interne hanno smentito tale ipotesi. Tra i metalli industriali molto penalizzato lo zinco (-3,8%). Il rame (-1,2%) ha toccato i minimi degli ultimi 7 mesi su importazioni in calo dalla Cina ad ottobre, -5,7% m/m. Forte calo per i preziosi con l’oro che ha perso il 3,2% e l’argento il 5%. Tra gli agricoli, debole il mais (-2%).

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