Società

La politica in vetrina: Orlando, ci faccia il piacere!

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“Io voglio unire ed allearmi con tutto il centro sinistra e non, come ha dichiarato Matteo Renzi, con il centro destra di Berlusconi”.

Questa è una delle tante dichiarazioni del Dalai Lama di casa nostra (alias Ministro dei Grazia e Giustizia Andrea Orlando).

Sulla scorta della sentenza della Consulta che a gennaio scorso ha bocciato il “ballottaggio” dell’Italicum, alle prossime politiche non ci sarà un vincitore in quanto, verosimilmente, nessuno dei partiti in lizza, raggiungerà la fatidica soglia del 40% per aver diritto al premio di maggioranza.

Se così sarà, esimio sig. Dalai Lama nostrano, mi dice come farà a governare con il suo 30% (sto largheggiando, convinto come sono che con lei Segretario non si supererebbe neanche il 20%) e un altro 5% dei veri cespugli dal “pugno chiuso e la bandiera rossa”?

Quello che ha detto invece Matteo Renzi, nella sciagurata ipotesi di ripetere lo stallo istituzionale della primavera del 2013 dove, in occasione delle passate elezioni, con l’Italia divisa in tre e lo smacchiatore di giaguari fermo al palo ed incapace di formare un Governo, si decise obtorto collo, per il Governo minestrone, mettendo insieme il diavolo e l’acqua santa, anche personalità politiche aventi programmi e storia opposta.

Beninteso, sarebbe anche in questo caso una soluzione da estrema ratio egregio signor Dalai Lama nostrano, interessato a mettere insieme persone incapaci di fare sintesi, di immaginare il futuro ed assumersi delle responsabilità.

Egregio signor Dalai Lama di casa nostra, la prego, fa ancora in tempo, si ritiri dalla contesa. Noi non abbiamo bisogno di stare con gente con le quali, pur non essendo d’accordo su nulla, si deve stare insieme per forza.

Noi del 41%, noi popolo del SI, di cui moltissimi si sono già espressi nel 70% delle primarie interne al PD, abbiamo delle ambizioni che certamente, se ragiona in questo modo, non coincidono con le sue.

Il popolo del SI, quello del 41%, vuole cambiare l’Italia e lei, con tutto il rispetto per il suo passato non solo recente del quale ricordiamo poco o nulla, non è la persona adatta.

Lei egregio signor Ministro Orlando, sarebbe andato benissimo nella prima Repubblica, prima della caduta del muro di Berlino. Oggi la situazione è diversa, oggi non basta stare in piedi per tirare a campare, oggi, caro Ministro Orlando, bisogna correre!