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Sorprendente stima dell’uomo che ha previsto il Dow Jones a 20 mila

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È una delle figure più controverse di Wall Street degli ultimi due decenni. Ha azzeccato diverse previsioni importanti, accumulando una piccola fortuna. A gennaio del 2000 quando ricopriva il ruolo di gestore di un fondo hedge americano ha osservato che i mercati finanziari avevano toccato “l’apice di una delle manie finanziarie più grandi di sempre”. Subito dopo è scoppiata la bolla dot com e il Nasdaq ha perso più del 75%.

Il primo novembre del 2002 ha previsto che si sarebbe formata una bolla nel mercato immobiliare: “non si può sapere quanto durerà ma è probabilmente già iniziata”, aveva indicato. Da lì in avanti i prezzi delle case sono saliti esponenziale negli Stati Uniti.

Steve Sjuggerud di Stransberry Research, che ora è un analista finanziario molto seguito, ha indovinato anche la previsione sulla ripresa dei mercati dopo la grande crisi finanziaria del 2009. Il 20 marzo di quell’anno, nel panico più totale sui mercati, ha scritto che la sua intenzione era quella di “detenere azioni proprio adesso”. Da allora il valore della Borsa Usa è triplicato.

Prima di iniziare nel 1999 a lavorare come Research Partner per la società di investimenti leader in America tra quelle indipendenti, Sjuggerud è stato broker, gestore di fondi hedge, vice presidente di un fondo comune e le sue previsioni hanno attirato spesso l’interesse della comunità di investitori in Usa.

“Chiudete subito posizioni cash” e investite in Borsa

La sua ultima profezia è altrettanto spiazzante. Sjuggerud, che aveva previsto che il Dow Jones avrebbe superato quota 20 mila punti, dice che nei prossimi mesi molti proveranno un “rimpianto enorme” per non aver creduto nella continuazione della fase di mercato toro. “Nel prossimo anno o forse due anni ci sarà un sentimento di panico, ma non il tipo di panico che la maggior parte delle persone si aspetta”.

L’esperto sostiene che non ci si dovrebbe sorprendere se nei prossimi mesi i titoli Facebook saliranno fino a 2 mila dollari per azione oppure se Amazon raggiungerà quota $18 mila.

Per queste ragioni il consiglio è quello di chiudere immediatamente le posizioni liquide. Sjuggerud, uno degli analisti finanziari di maggiore successo al mondo, è una persona riservata ma, convinto da un amico, ha deciso di condividere i dettagli di una delle sue ultime sorprendenti ricerche sui mercati in cui parla della “più grande bolla azionaria della storia”.

I suoi suggerimenti non si trovano nei media finanziari mainstream come Financial Times, CNBC o Il Sole 24 Ore. “L’ottobre rosso ha convinto gli investitori a ritirare milioni di dollari di investimenti dall’azionario. Ma non è nulla rispetto al panico che sta per diffondersi”, dice durante una presentazione a gennaio 2019.

Non è così che finisce la corsa di un mercato toro

Il mercato rialzista non si è ancora concluso e si possono ancora incamerare profitti, secondo lui. Ma ogni mese che passa, non fare nulla rimanendo nelle retrovie oppure parcheggiare i soldi in porti sicuri “potrebbe dimezzare i rendimenti di mercato che si potrebbero invece ottenere nei prossimi sei mesi”.

Per approfittare dell’ultimo stadio della fase rialzista, scrive l’analista, bisogna credere nella propria strategia aggressiva. “Se c’è qualcosa che ho imparato nei miei anni di money manager a Wall Street è che i momenti di estrema paura offrono spesso le migliori opportunità di guadagno“.

“Per farlo bisogna innanzitutto ignorare i media tradizionali” e prepararsi ad andare controcorrente. Secondo l’analista, così come è avvenuto per il Giappone negli Anni 80 la parte finale della fase di mercato toro sarà la più positiva in termini di performance di mercato.

“La Borsa Usa sale da nove anni e data la volatilità vista di recente, per molti esperti e commentatori la corsa è finita. Ma non è così che finisce un mercato rialzista“.

Non si conclude la corsa quando tanti soldi sono ai margini. “Al contrario la fase di mercato rialzista arriva alla conclusione quando tutti hanno soldi investiti in Borsa. È proprio il motivo per cui la fase termina: perché non c’è più nessuno disposto a comprare e i prezzi non possono che scendere”.