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La Fed deprime Wall Street, ora si vende

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NEW YORK (WSI) – Chiusura in netto ribasso per Wall Street con lo S&P’s 500 che ha registrato la flessione più significativa dallo scorso novembre. Ad alimentare il pessimismo, la diffusione delle minute della Fed (vedi sotto), da cui è emerso che l’allentamento quantitativo potrebbe terminare prima che venga raggiunto l’obiettivo di un significativo miglioramento del mercato del lavoro. Al termine delle contrattazioni, il Dow Jones ha perso lo 0,8% (13,927.54 punti), lo S&P 500 l’1,2% (1,511.95 punti) e il Nasdaq Composite l’1,5% (3.164 punti).

Apple ha perso il 2,4% dopo che Foxconn, il più grande assemblatore di prodotti della società californiana, ha congelato le assunzioni in Cina. Seduta da dimenticare anche per Toll Brothers, il più grande costruttore americano di palazzi di lusso, che ha perso il 9,1% dopo aver comunicato una trimestrale sotto le attese. Male anche Caterpillar che ha lasciato sul terreno il 2,5%. Il leader mondiale delle macchine movimento terra ha annunciato che nel trimestre al 31 gennaio le sue vendite sono calate da anno ad anno del 4%.

Inizia a sollevare qualche preoccupazione tra i componenti del Federal Open Market Committee il programma di acquisto di asset varato dalla Federal Reserve per sostenere la ripresa economica statunitense. E’ quanto emerge dalle minute dell’ultima riunione del 29-30 gennaio. ”Molti partecipanti” si legge nelle minute ”hanno espresso un certo grado di preoccupazione sui rischi e sui potenziali costi che emergerebbero da ulteriori acquisti di asset”. Per questo e’ emersa la proposta ”di variare l’ammontare degli acquisti sia in relazione ai cambiamenti delle prospettive economiche sia in base ad una valutazione dell’evoluzione dell’efficacia e dei costi di tali acquisti”.

L’espansione dell’economia americana “è rallentata nel quarto trimestre”, ma il cambio di passo è stato determinato anche fattori passeggeri, come dimostra il fatto che “la domanda finale interna è cresciuta a passo deciso”. E’ quanto si legge nelle minute del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, relative alla riunione dello scorso 29 e 30 gennaio. Nel documento si legge anche che “l’occupazione continua a migliorare a un passo moderato, mentre il tasso di disoccupazione, sebbene ancora alto, alla fine del quarto trimestre era più basso” rispetto al periodo precedente. Sotto controllo anche l’andamento dell’inflazione, che rimane “stabile”.

Prima dell’apertura del mercato sono stati diffusi i prezzi alla produzione in gennaio, saliti dello 0,2% dopo il +0,3% di dicembre. Al netto delle componenti auto ed energia, l’incremento è stato dello 0,2%.

Sempre nel mese di gennaio, brusco calo della costruzione di nuove case. Secondo i dati forniti dal dipartimento del Commercio, a gennaio, la costruzione di nuove case e’ scesa dell’8,5%, a 890 mila, mentre la richiesta di permessi di costruzione e’ salita dell’1,8%, a 925 mila.

Ieri intanto l’indice S&P 500 ha toccato i massimi degli ultimi cinque anni. Da segnalare che il listino ha guadagnato +7,3% da inizio anno, testando il massimo dall’ottobre del 2007, mentre il Dow Jones ieri ha riagguantato la soglia dei 14.000 punti.

Per quanto riguarda lo S&P 500, delle 408 società quotate sull’indice che hanno pubblicato i risultati di bilancio trimestrali a partire dallo scorso 8 gennaio il 71% circa ha battuto le stime sugli utili, mentre il 66% ha riportato fatturati migliori delle previsioni.

In ambito valutario, l’euro -0,15% a $1,2797; dollaro/yen +0,83% a JPY 82,34; euro/yen +0,67% a JPY 105,37.

I commodities, i futures sul petrolio +0,42% a $97,97 al barile, mentre le quotazioni dell’oro -0,61% a 1.594,40 l’oncia, accelerano al ribasso e sfondano la soglia psicologica dei 1.600 dollari. Tassi sui Treasuries a 10 anni in rialzo +0,69% al 2,05%.