Economia

La bolla immobiliare è scoppiata, Cina in pericolo

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NEW YORK (WSI) – Dopo mesi di preavvisi da parte di analisti e media di finanza ed economia non mainstream, una bolla immobiliare è alla fine scoppiata a Hong Kong. Lo dimostrano gli ultimi dati macro pubblicati, che hanno spento qualsiasi barlume di speranza rimasto. Se dall’isola/penisola la bolla dovesse estendersi anche al resto della nazione cinese e al continente asiatico, sarebbero guai per tutto il mondo.

Come aveva sottolineato dopo il Black Monday di agosto Saro Capozzoli di Jesa Capital Limited, non riuscire a controllare il rischio di bolla immobiliare “significherebbe esporre il mondo a uno tsunami che colpirebbe tutto il mondo”. Sulla falsa riga di quanto avvenuto con la crisi finanziaria globale esplosa nel 2008 con il crac dei famigerati mutui subprime.

Come si vede nel grafico qui sotto riportato, in gennaio i prezzi delle case a Hong Kong hanno subito la la flessione più accentata da luglio 2013. Dopo un mega ciclo rialzista della durata di 12 anni, i valori delle proprietà immobiliari sono ora in calo del 10% dai massimi toccati appena quattro mesi fa.

Alcuni analisti ora prevedono che i prezzi del mercato immobiliare scendano di un altro -30% entro il 2017. Le vendite di case nella regione a regime speciale della Cina, intanto, hanno accusato una contrazione dell’80% in gennaio. Sono le stime tragiche riportate dal South China Morning Post.

Immobiliare, la bolla è scoppiata a Hong Kong

Le stime dell’agenzia immobiliare nazionale Centaline Property Agency dicono che le transazioni nel mercato del mattone dell’ex colonia britannica registreranno il peggior mese dal 1991, anno di inizio delle serie storiche. Insomma, a gennaio si vedrà il risultato più deludente di sempre.

Le operazioni complessive sono state pari a 3 mila, con sole 394 unità abitative vendute nei primi 27 giorni di gennaio. Un flop che ha del clamoroso per uno Stato che invece è riuscito a creare grande interesse per la sua offerta immobiliare negli ultimi anni. A livello percentuale su base mensile, si parla di ben l’80,3% in meno rispetto ai 2.217 affari stretti a dicembre.

Nel frattempo sempre in gennaio l’acquisto di case usate è sceso di un quinto a quota 1.276. Un sondaggio effettuato da un’altra agenzia, Ricacorp Properties, evidenzia che 2.908 affari sono stati stretti in totale nei primi 28 giorni del primo mese dell’anno.

Fonte: South China Morning Post