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L’ECONOMIA RALLENTA, LE TURBOLENZE RIMANGONO

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(WSI) – Tassi di Interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno registrato un calo in seguito all’andamento negativo del mercato azionario, interessando tutta la curva. Lo spread sul 2-10 anni si è ristretto, portandosi sotto i 29 pb. Le tensioni sul mercato monetario, complice anche il fine anno, continuano ad essere fortissime, come testimoniato dal tasso Euribor 3 mesi ai massimi dalla metà del 2001. Non sono mancati interventi di esponenti della Bce che si sono mostrati preoccupati per l’attuale situazione economica e per la crisi del mercato del credito. Junker, primo ministro del Lussemburgo, si è infatti mostrato preoccupato non solo per il rialzo dell’inflazione, ma anche per il rallentamento della crescita.

Il commissario Ue agli affari economici e monetari Almunia ha dichiarato che le condizioni creditizie sono destinate a peggiorare a causa delle perdite degli istituti di credito. Lo stesso Trichet ha dichiarato che le turbolenze dei mercati alimentano la necessità di una cooperazione tra autorità di vigilanza e banche centrali. Oggi saranno resi noti i risultati dell’asta settimanale annunciata ieri e che in base alle stime della Bce dovrebbe drenare 25 Mld€. Gli operatori in mancanza di dati macro di rilievo resteranno in attesa di nuovi spunti sul fronte monetario e della riunione della Bce di giovedì.

Negli Usa tassi di mercato in calo sulla scia delle rinnovate tensioni sul mercato monetario che stanno riportando il Libor 3 mesi ai massimi da oltre un mese. Il ministro del Tesoro Paulson ieri ha confermato la fiducia nel fatto che già questa settimana verrà reso ufficiale il piano concordato tra alcune grandi banche Usa per sospendere il rialzo dei tassi sui mutui a tasso variabile per alcune categorie di mutuatari. Paulson si è anche spinto ad ipotizzare la possibilità di consentire l’emissione di titoli obbligazionari da parte delle amministrazioni locali o centrali in esenzione di imposta, per finanziare manovre volte a venire incontro alle esigenze dei mutuatari in difficoltà. L’attenzione del governo Usa al tema della crisi immobiliare risulta essere coerente con i recenti sondaggi (citati oggi dal Wsj) che evidenziano come i consumatori Usa stiano cominciando a porre al centro della loro attenzione la risoluzione di tale problema piuttosto che il tema del rientro delle truppe dall’Iraq.

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Ieri due membri della Fed (Yellen e Rosengren) hanno confermato la possibilità di un marcato rallentamento dell’economia almeno nei prossimi due trimestri. In particolare Yellen ha sottolineato come il taglio del tasso di sconto (la prima manovra posta in essere dalla Fed durante i primi sintomi di crisi in agosto) non abbia prodotto gli effetti desiderati, dichiarando come la Fed debba tenere in considerazione le peggiorate condizioni sul mercato monetario. Si tratta di dichiarazioni che confermano la possibilità di un taglio dei tassi il prossimo 11 dicembre. Come ricordato ieri dal noto Fed watcher John Berry, tale ipotesi è concreta sebbene potrebbero emergere uno o due dissenzienti. L’ipotesi di un taglio da 50 pb sembra essere al momento esclusa, sebbene gli operatori tendano a caldeggiarla con enfasi crescente. Per oggi il supporto di rilievo sul comparto decennale si colloca al 3,80%.

Valute: Dollaro in recupero verso Euro, confermando la forte correlazione con l’andamento del greggio che ieri si spinto fino ad 87,50$/b, pur chiudendo al giornata in lieve rialzo. Per oggi il primo supporto è in corrispondenza di 1,46. Resistenza a 1,47. Yen sostanzialmente fermo verso Dollaro o in lieve apprezzamento sulla scia delle chiusure negative delle borse asiatiche. Per oggi primo supporto a quota 109,50.

Materie Prime: in lieve rialzo il prezzo del greggio WTI dopo ceh l’Opec ha ribadito che non ci sarà un aumento di produzione. In rialzo anche l’oro sulla speculazione che la domanda di gioielli da parte della Cina potrebbe aumentare del 20% quest’anno e dello sciopero che ha coinvolto tutte le miniere in Sud Africa. In calo i metalli industriali sulle preoccupazioni che un rallentamento dell’economia Usa possa eroderne la domanda.

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