Economia

Juncker: “UE col vento in poppa”, ma Grecia è al collasso

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STRASBURGO (WSI) – Dopo ormai sei anni da quando la crisi del debito sovrano ha raggiunto il suo apice, l’Eurozona ha finalmente avviato una ripresa forte dell’economia. Il presidente della Commissione Ue ha salutato con entusiasmo questo risultato, ma – sebbene siano stati fatti complimenti all’Italia – nemmeno una parola è stata spesa per la Grecia.

Un anno fa, con il terzo pacchetto di aiuti concesso dai creditori della troika, Atene avrebbe dovuto uscire da una lunga crisi e scongiurare lo scenario di addio dall’area euro. E invece nulla è veramente cambiato e il paese è ancora al collasso. La Grecia, che ha svenduto alcuni dei suoi gioielli come il porto di Pireo agli stranieri, il rischio di una spirale al ribasso da cui non si torna più indietro è più alto delle probabilità di una ripresa duratura.

Il debito pubblico ellenico tra i più alti al mondo, 320 miliardi di euro pari al 180% del Pil, rimane insostenibile e l’impressione è che gli ultimi aiuti abbiano solo contribuito ad ritardare l’appuntamento con una inevitabile – per lo meno se si vuole evitare il default – ristrutturazione.

il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker durante il suo consueto discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo riunito a Strasburgo, non ne ha parlato. Ha preferito porre l’accento sulla ripresa del resto del blocco, come se la piccola Grecia non contasse. Il politico lussemburghese ha invece reso omaggio all’Italia, lodata per la sua perseveranza e disponibilità

“Io stesso e la Commissione  lavoriamo in armonia con il primo ministro Paolo Gentiloni e con il suo governo. Nel Mediterraneo centrale, l’Italia salva l’onore dell’Europa (…)  Dobbiamo mettere fine con la massima urgenza alle condizioni di accoglienza in Libia dei migranti, che sono “scandalose” e per le quali “sono rimasto atterrito (…) in questo la Ue ha una responsabilità comune”. L’Europa non è una fortezza, è e resterà il continente della solidarietà per quelli che hanno bisogno di un rifugio”.

In merito sempre al capitolo migranti, Juncker ribadisce la necessità di sostenere attraverso una maggiore solidarietà gli Stati che subiscono una forte pressione migratoria, su tutti proprio il nostro paese e lancerà anche una proposta per riformare Schengen e assicurare l’ingresso di Romania e Bulgaria nello spazio di libera circolazione. Se il 2016 è stato un annus horribilis per l’Europa, dal referendum sulla Brexit al risveglio delle forze populiste, fino all’incertezza geopolitica legata alle elezioni americane, il peggio, assicura il numero uno della Commissione europea, è ormai è passato e oggi l’Ue ha il vento in poppa per ripartire.

“Un anno fa non eravamo in un buono stato ma l’Unione europea ha mostrato che possiamo dare risultati e il vento è di nuovo nelle nostre vele. Bisogna però sfruttare il momentum perché la finestra di opportunità potrebbe non restare aperta a lungo (…) Siamo al quinto anno di crescita economica (…) L’Unione europea ha “le porte aperte al commercio ma ci deve essere reciprocità”.

Durante il discorso sullo Stato dell’Unione, Juncker sta anche ricordando che il commercio è anche “esportazione delle politiche sociali” e che, sul piano pratico, “ogni miliardo di euro di esportazioni in più equivale a 14mila posti di lavoro in più”.

“Tuttavia, non siamo difensori ingenui del libero commercio e propongo un “esame” delle proposte di investimenti stranieri nei settori strategici, portando ad esempio i casi di acquisti di “un porto strategico, di una società energetica o di una delle società strategiche per la difesa”, che “possono essere fatti solo con un dibattito trasparente”.

Juncker ha inoltre lanciato un appello a un rafforzamento della concentrazione dei poteri dell’Ue, che ha bisogno di un ministro unico europeo dell’Economia e delle Finanze “per promuovere le riforme negli Stati membri. Il ministro dovrebbe coordinare tutti gli strumenti di finanziamento dell’Ue e intervenire” nei casi di crisi. “Non penso ad una nuova carica: per ragioni di efficienza, il commissario europeo agli Affari economici e finanziari può svolgere questo ruolo, presiedendo anche l’Eurogruppo”.