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Juncker lascia per paura che Ue si spacchi su Brexit

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Non ha fatto troppa notizia l’annuncio di Jean-Claude Juncker secondo cui il presidente della Commissione UE, l’organo esecutivo dell’Europa unita, rinuncerà a candidarsi per un secondo mandato.

Nonostante abbia dichiarato, durante l’ultima campagna elettorale del 2014, di “essersi innamorato ancora una volta dell’Europa” e delle sue diversità, l’ex premier del Lussemburgo lascerà l’incarico a Bruxelles. Tre anni fa a opporsi contro la sua candidatura furono solo due capi di governo, l’allora premier britannico David Cameron e il leader ungherese Viktor Orban.

A sorprendere piu’ che la decisione in sè sono le motivazioni addotte da Juncker. Inizialmente chi ha ascoltato la notizia in radio o l’ha letta sui giornali avrà pensato che l’intento di Juncker fosse quello di sfatare lo stereotipo populista che dipinge gli eurocrati come una classe di dirigenti attaccati alla poltrona.

Invece il politico lussemburghese di lungo corso ha spiegato che teme che i 27 paesi rimanenti dell’Unione Europea possano litigare durante i negoziati da intavolare con Londra sul processo di Brexit. Il governo di Theresa May ha già fatto sapere che vuole una Brexit “dura” che implica l’uscita di Londra dall’unione doganale e dal mercato unico.

Regno Unito e blocco europeo hanno due anni di tempo per trovare una nuova intesa commerciale e un nuovo patto sulla circolazione delle persone, che andranno riscritti da zero. Juncker ha paura che le trattative sulla Brexit finiranno per dividere anziché unire l’Ue, dando il la a una “tragedia continentale”.