Economia

Italia, debito pubblico zavorrato dagli interessi

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L’economia italiana negli ultimi dieci anni, prima con la recessione del 2008/9 e poi con quella del 2012, ha perso il 9% del Pil, una perdita che ha recuperato solo in una piccola parte. Così in un lungo articolo apparso su Libero Quotidiano, Paolo Becchi e Giovanni Zibordi spiegano come si è formato oggi il debito pubblico italiano, un debito monstre di 2300 miliardi di euro che pesa sulle spalle dei contribuenti.

Secondo i giornalisti, in passato nonostante corruzione, sprechi e inefficienze, pensioni baby e Cassa del Mezzogiorno, l’economia italiana cresceva e molto. Il motivo è spiegato così: non esistevano rispetto ad oggi molti vincoli di bilancio e non esisteva soprattutto il vincolo esterno ossia quello imposto dall’Unione europea.

Il debito pubblico non era un vincolo perché fino agli anni Ottanta, esisteva un sistema per finanziare il deficit tramite Bankitalia, che è stato in vigore per più di un secolo, sistema per il quale almeno metà del deficit veniva finanziato con moneta e non con debito. Per più di un secolo il 53% del deficit era finanziato con moneta. La differenza con il sistema attuale finanziato al 100% con debito è che se hai ad esempio un deficit di 50 miliardi nel 1980 e lo finanzi con moneta l’anno dopo non ci sono conseguenze, ma se finanzi i 50 miliardi con debito l’anno dopo paghi 2 o 3 miliardi di interessi, che si cumulano nei decenni a venire e i 50 miliardi di debito del 1980 possono diventare oggi 150 miliardi.

Quindi a conti fatti, spiegano i giornalisti, lo Stato italiano dagli anni Ottanta ha pagato un tasso di interesse (reale, al netto dell’ inflazione) medio intorno al 3% per cui un debito di 50 nel 1980 oggi nel 2018 appunto è diventato 150 (arrotondando).

Questo è in sostanza il modo in cui si è creato il debito pubblico attuale di oltre 2.300 miliardi, perché il segreto che non si menziona mai è che gli interessi cumulativi pagati dal 1980 in poi sono stati di 3.500 miliardi. Una cifra pazzesca. Nessuno mai lo dice, ma senza gli interessi il debito pubblico oggi sarebbe zero.