Economia

Italia: crescita a rilento, un terzo dei prodotti in deflazione

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In un paese la cui economia è cresciuta di appena l’1,9% negli ultimi 25 anni ci sono problemi strutturali cui è molto complicato porre rimedio. In un contesto di ripresa per di più generalmente fiacca in Europa, non sorprende che l’avanzamento delle attività economiche dell’Italia proceda a “ritmi modesti“, come evidenziato dalle ultime stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio.

L’autorità indipendente sui conti pubblici parla di un recupero del Pil di appena lo 0,2% nel terzo trimestre e pari a +0,1% nel quarto trimestre. Il +1,9% di crescita vista dai tempi Ciampi a quelli contemporanei di Renzi è la variazione percentuale più misera tra tutti i grandi paesi occidentali europei (vedi grafico sotto).

Nella nota sulla congiuntura di ottobre, l’Upb (Ufficio Parlamentare di Bilancio) scrive che gli andamenti citati nel report sulla terza economia dell’area euro “conducono a una crescita media 2016, aggiustata per l’effetto giorni, dello 0,8%”. Se invece non viene effettuata la correzione che tiene conto del minor numero di giornate di lavoro del 2016 rispetto al 2015, l’aumento del Pil grezzo è dello 0,7%. Una cifra che va paragonata, come dice anche l’Upb, alla crescita dello 0,8% ipotizzata per il 2016 nella Nota di aggiornamento del Def, il documento di economia e finanza.

La debolezza della ripresa economica si spiega con “l’attenuazione della dinamica della domanda interna, a fronte di esportazioni che, pur denotando performance positive, sono rallentate dalla persistente debolezza degli scambi mondiali, la cui elasticità alla crescita del prodotto globale si è strutturalmente abbassata”.

Sul fronte inflazione, l’Upb fa notare che, nel mese di settembre, la percentuale di prodotti in deflazione nel paniere Istat è rimasta piuttosto alta, al 31%, mentre è salita la quota di prodotti caratterizzati da inflazione molto bassa (quelli che hanno incrementi inferiori allo 0,5% sono il 56%).

Riguardo all’occupazione, questa è salita più del Pil, ma le probabilità che una persona disoccupata nel secondo trimestre del 2015 ha di trovare lavoro nel secondo trimestre del 2016 è salita di 5,5 punti percentuali su base annua. :

“Si evidenziano, tuttavia, nell’ultimo periodo – scrive sempre l’Upb segnali di rallentamento nella crescita occupazionale, soprattutto per la componente a tempo indeterminato. I recenti dati sulle forze di lavoro e, soprattutto, dalle indicazioni Inps mostrano una minore creazione di nuovi rapporti di lavoro, in particolare per quelli a tempo indeterminato e per le relative trasformazioni dal tempo determinato. Incide sulla decelerazione la riduzione, nel 2016, del regime di esonero contributivo”.

Italia è il paese con la crescita meno sostenuta nell'Europa occidentale negli ultimi 25 anni
Italia è il paese con la crescita del Pil meno sostenuta nell’Europa occidentale negli ultimi 25 anni