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Italia: Barclays, altro che pareggio di bilancio. Prime reazioni a manovra

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(in aggiornamento)

Per il 2011 le previsioni di crescita ”sono modeste”. Infatti ”al momento anche una crescita dell’1% appare davvero difficile”. E in questa situazione, ”i consumi collettivi, anche per effetto di questa manovra, non saranno ingrado di dare un contributo significativo”. Lo afferma Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, nel corso dell’audizoone sulla manovra correttiva in commissione Bilancio di Camera e Senato riunite in sede congiunta a palazzo Madama. ”Nell’immediato – avverte – il Pil appare dipendente dalla domanda estera netta”.

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Roma – La nuova versione della manovra-bis contiene ”alcune aree grigie”, scrive Fabio Fois, economista di Barlcays Capital, ”notiamo come l’abolizione delle province venga demandata a una legge costituzionale che richiedera’ fino a sei mesi per essere approvata”. Piu’ in generale, i cambiamenti introdotti ”non alterano la nostra previsione. Assumendo che le nuove norme anti-evasione non funzioneranno affatto, difficilmente l’Italia centrera’ nel 2013 il pareggio del bilancio, prevediamo invece un deficit pari allo 0,9% del Pil”, conclude Fois. Intanto, sono ripresi in mattinata con l’audizione dei rappresentanti della Banca d’Italia i lavori della Commissione Bilancio del Senato sulla manovra economica. Gli emendamenti, secondo quanto riferito in via ufficiosa sono circa un migliaio, ma il dato definitivo dovrebbe essere diffuso nel pomeriggio.

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Il risanamento dei conti pubblici per il pareggio di bilancio nel 2013 “rallenterà la crescita ma non ha alternative”. Lo ha sottolineato il vice direttore generale della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un’audizione sulla manovra bis in commissione Bilancio al Senato. “Ogni altro scenario – ha aggiunto – condurrebbe a risultati più traumatici per il nostro paese”.

In un quadro che “resta ancora estremamente incerto” potrebbe prefigurarsi una crescita del Pil “inferiore al punto percentuale” nel 2011 e “ancora più debole nel 2012”, aggiunge Visco.

Il vice direttore di Bankitalia ha poi consigliato di portare a 65 anni, già nel 2012, l’età di pensionamento per vecchiaia delle lavoratrici del settore privato. “Si potrebbe altresì anticipare – ha detto – l’incremento dell’età di pensionamento per vecchiaia delle lavoratrici del settore privato da 60 a 65 anni (l’avvio del processo potrebbe essere già a gennaio del 2012 quando alle lavoratrici del pubblico impiego si applicherà il requisito dei 65 anni)”. Anche perchè “l’intervento assicurerebbe risparmi non trascurabili dal 2013 e crescenti negli anni successivi”.

Arriva intanto la critica contro la manovra da parte del segretario della Uil, Luigi Angeletti, che considera “uno sgarbo” il nuovo ritocco alla previdenza inserito nella modifica della manovra economica. “E’ la fine delle pensioni di anzianità – dice il numero uno della Uil in un’intervista al quotidiano ‘La Stampa’ – uno sgarbo, un dispetto. E’ stata cambiata una regola mentre il gioco era aperto: qualcuno si era già fatto i suoi conti per andare in pensione quest’anno, l’anno prossimo e così via e adesso il quadro gli salta solo perché alcuni anni che si era regolarmente riscattato con i suoi soldi, non vengono più calcolati”.

“Chi aveva 15 anni di contributi nel ’92 andrà in pensione con il retributivo e quindi l’eventuale riscatto della laurea non serve a nulla se non a recuperare anni ai fini dell’anzianità”. Questi, secondo Angeletti “sono stati fregati”. Per quelli che invece dovranno lavorare un anno in più (la finestra di 12 mesi), Angeletti propone di “lasciare la trattenuta Inps in busta paga”.